- Nel 2012 faceva notizia l’utilizzo dei droni sui campi di calcio, oggi i dati sono un elemento fondamentale in moltissime discipline.
- I numeri da soli non bastano: devono essere analizzati per estrarne valore.
- Anche la crescita degli eSport è, in buona parte, da attribuire dalla crescente capacità di raccogliere, analizzare e utilizzare dati raccolti durante esperienze reali.
a cura di Thomas Ducato, giornalista di Impactscool
I campi di allenamento dell’Empoli nella stagione sportiva 2012/2013 e nelle tre successive erano abitualmente sorvolati da alcuni droni, che registravano i movimenti dei calciatori dall’alto permettendo all’allenatore di studiare minuziosamente posizione e trame di gioco. L’allenatore in questione era Maurizio Sarri, tra i primi a introdurre questi strumenti nel calcio nostrano.
Da allora la tecnologia si è evoluta in modo esponenziale e diffusa in modo trasversale, a tutti i livelli , grazie anche all’abbattimento dei prezzi che l’hanno resa accessibile anche tra i dilettanti e a livello amatoriale. L’obiettivo principale è quello raccogliere dati che possano supportare le decisioni a 360 gradi, sia sul piano tecnico, atletico e delle prestazioni sportive sia su quello manageriale, amministrativo e finanziario.
Ma l’utilizzo di queste informazioni va anche oltre lo sport “reale�: sono alla base dello sviluppo degli eSport, che negli ultimi anni sono migliorati sensibilmente sul piano delle prestazioni e stanno acquistando un riconoscimento sempre maggiore tanto che è in fase di discussione una loro possibile introduzione alle Olimpiadi.
Ma con tutta questa tecnologia, non si rischia di perdere l’essenza dello sport?
Ne abbiamo parlato con un professionista dei dati applicati allo sport, Carlo Bertelli, fondatore di Kama Sport, e con un grande atleta, il ciclista Matteo Trentin.
I dati nello sport: estrarre valore dai numeri
Come si dice spesso in questi frangenti i dati da soli non bastano. Devono essere aggregati, analizzati e visualizzati in modo corretto per poterne estrarre valore. Si occupa proprio di questo Kama sport, azienda italiana che lavora con dati e tecnologia per il mondo dello sport.
“È un settore in crescita esponenziale, – ci ha raccontato Carlo Bertelli, fondatore dell’azienda – sia per quanto riguarda le applicazioni che ormai hanno raggiunto tutti gli sport, a tutti i livelli, sia per il numero di nuove startup che stanno nascendo e gravitano attorno a questo mondoâ€�.
Il calcio, almeno in Italia, fa da apripista e capofila, rappresentando anche l’emblema di un nuovo concetto di sport, che da pura pratica agonistica si è trasformato in un vero e proprio mercato. “Raccoglie settori diversi, dal maketing alla finanza, dalla salute al mondo degli eventi. – ci ha detto Bertelli – I dati che si possono raccogliere sono molteplici ed è fondamentale riuscire a metterli a fattor comune per estrarre valore. Il nostro lavoro è quello di creare un ecosistema, che raccolta tutti gli attori di questo mercato, che ci permetta di attingere a diverse fonti di dati e di unirle per creare servizi su misura per club e società â€�.
Nuovi mestieri ed evoluzione tecnologica
I dati sono diventati così importanti che stanno nascendo anche nuove figure professionali, sempre più specializzate nell’analisi dei dati associati al mondo dello sport, una sorta di Sport Data Scientist. “Nei club di calcio professionisti ci sono almeno due addetti all’analisi dei dati, uno della società e uno dello staff tecnico. In società più grandi e titolate, però, il team può arrivare fino a 10 persone. Sull’analisi del dato sono ormai molto attrezzate, mentre faticano a creare innovazione. È qui che entrano in gioco le nuove startup con cui collaboriamo e sviluppiamo tecnologia�.
Dalle telecamere intelligenti ai droni per “di Sarri� studiare i movimenti dall’alto, fino ai sensori per misurare diversi parametri fisici, sono molte le tecnologie entrate nel mondo dello sport: “Con un partner internazionale stiamo lavorando ora anche a un pavimento intelligente, in grado di estrapolare dati in tempo reale a partire dai movimenti degli atleti�.
Il caso del ciclismo
Il ciclismo è sport di fatica, in cui una corretta gestione delle energie può fare la differenza sia nella gara singola sia nelle grandi corse a tappe. Lo sa bene Matteo Trentin, ciclista che oggi corre nel CCC Team, in grado di primeggiare in entrambe le tipologie di corsa. Il campione europeo 2018 e vice campione del mondo 2019, ci ha raccontato come si è evoluto l’utilizzo dei dati nel ciclismo e l’importanza che assumono sia nella preparazione sia in corsa.
“Già una decina di anni fa, quando sono passato professionista, iniziavano a farsi largo nell’ambiente alcuni sistemi di misurazione e analisi. Ma negli anni sono diventati sempre più diffusi e fondamentali. Ci ho fatto anche la tesi di laura – racconta Trentin, laureato in Scienze motorie all’Università di Verona -. Permettono di allenarti in modo sempre più minuzioso, anche e soprattutto grazie all’analisi che viene fatta una volta che la sessione è conclusa e da cui si riescono a estrapolare moltissime informazioni. Prima, per farlo, era necessario andare in centri dedicati, ora questi dati si possono ottenere in modo più semplice�.
E per quanto riguarda le corse? “Le gare di un giorno sono un po’ meno influenzate dai dati, hai le informazioni base che aiutano a regolarsi (quelle fornite da smartwatch o dispositivi indossabili ndr) ma nulla di più. Diversa è la situazione nelle corse a tappe, dove a fine giornata si ha modo di vedere quante energie hai speso e analizzare lo stato di forma di ogni atleta e, sulla base di quello, definire la strategia personale e di squadra per la giornata successiva�.
Il dato alla base degli eSport
Ma analizzare i dati non serve solo a migliorare le performance degli atleti in carne e ossa, ma anche quelle degli sport virtuali. Gli eSports, di cui oggi si parla moltissimo anche per i business che ne derivano, hanno raggiunto livelli incredibili grazie ai dati reali. “Sono i dati raccolti nella “vita realeâ€� – ci spiega Carlo Bertelli – il punto di partenza per ricostruire in modo efficace situazioni e movimenti nei video giochi: questo non vale sono per i videogiochi sportivi, ma anche per quelli di azione come può essere Call of Dutyâ€�.
Il mondo del gaming, oltre a essere un mercato ricchissimo (basti pensare che vale più di quello di cinema e musica messi insieme), ha acquistato una rilevanza e un’attenzione mediatica notevole negli ultimi mesi, spinto anche dall’impossibilità di praticare e di assistere agli sport tradizionali a causa delle restrizioni portate dall’emergenza Covid-19. A sperimentare e a misurarsi con gli eSports sono stati anche gli atleti professionisti: dalle corse virtuali di Formula 1 di Leclerc alle partite di basket giocate direttamente dal divano dalle star NBA sono molti quelli che si sono messi alla prova.
Il Virtual Tour the France
Non è stato da meno il mondo del ciclismo, con gli organizzatori del Tour de France che hanno messo in piedi una corsa virtuale che ha coinvolto anche i professionisti. Tra loro anche Matteo Trentin, che ha partecipato a una delle tappe del programma.
“Non sono un sostenitore degli eSport onestamente e il risultato si è visto (è stato tra gli ultimi classificati della tappa in cui ha corso ndr), ma devo ammettere che per noi del ciclismo è stato un buon aiuto durante il lockdown. In generale quello del ciclismo virtuale è un movimento che sta crescendo e credo che il successo sia da attribuire a due fattori. Il primo è la comodità : durante i mesi invernali allenarsi all’esterno può essere complesso, penso per esempio agli atleti che vivono in Paesi molto freddi, come quelli del nord Europa, o agli amatori che finiscono di lavorare quando è già buio e per i quali andare in strada può diventare anche pericoloso. Dall’altra è indiscutibile il grande miglioramento di queste piattaforme. L’aggiunta di una grafica di qualità e i sistemi di competizione aiutano a fare più volentieri un’attività , pedalare sui rulli, che potrebbe essere vista come noiosa o poco stimolante�.
La più nota di queste piattaforme e quella su cui si è corso il Virtual Tour de France è Zwift, realizzata dall’omonima startup Californiana.
Questa consente ad atleti e appassionati di pedalare stando fermi, con i rulli, percorrendo però ambientazioni ricostruite al computer. Il sistema è in grado di raccogliere e analizzare dati che, combinati al peso dell’atleta e all’attrezzatura utilizzata, vengono utilizzati per convertire gli sforzi in potenza della pedalata e velocità . Inoltre, il sistema si adatta al percorso, assumendo un realismo fino a qualche tempo fa inimmaginabile. “Il sistema è intelligente, – ci spiega Trentin – la pedalata diventa più dura o molla a seconda del percorso. È stato addirittura sviluppato un algoritmo che riproduce le condizioni della sciaâ€�. Correre su strada, però, è un’altra cosa: “Come prima cosa su strada hai le curve, che qui non ci sono. Inoltre, ci sono elementi esterni che fanno parte di questo sport: essendo outdoor è molto complesso ricostruire le stesse condizioni.  Personalmente ho la sensazione di essere in gabbia, un po’ come un criceto che corre sulla ruotaâ€�.
Nuovi modi di fare sport significano anche nuovi modi di imbrogliare: “Come si dice in questi cosi “paese che vai, usanza che troviâ€�. – scherza Trentin – Si può imbrogliare a carte, come nel ciclismo. Queste piattaforme si impostano in base al peso che è una discriminante importante nel calcolo della potenza: basta barare su quello e si ha un vantaggio considerevoleâ€�.
L’essenza dello sport
La tecnologia è parte integrante delle nostre vite e lo sta diventando anche della pratica sportiva, tanto che è stata avanzata la proposta di introdurre gli eSport tra le discipline olimpiche.
In questo modo, però, non si rischia di mettere in discussione l’essenza stessa dello sport?
Il dibattito è acceso e non riguarda solo gli sport virtuali: dalle componenti elettroniche sempre più sofisticate negli sport motoristici all’importanza della scelta dei materiali negli sport invernali, passando per l’utilizzo di sistemi tecnologici a supporto degli arbitri, la domanda è trasversale a tutte le discipline e le risposte diverse a seconda delle correnti di pensiero.
“Credo che questo cambio di paradigma faccia proprio della transizione verso il digitale che riguarda tutta la società . – ci ha detto Bertelli – Al centro di tutto, però, rimangono sempre gli atleti e gli staff tecnici, con il loro talento, dedizione e capacità . Oggi queste devono essere più ampie e comprendere anche nuovi aspetti, ma non credo si stia snaturando lo sport nella sua assenza. Sarebbe diverso se stessimo parlando di atleti con un chip che influisce sulle loro performance, ma non siamo a quel puntoâ€�.
Per ora, aggiungiamo noi.
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