Negli ultimi tempi, sempre più aziende stanno festeggiando con grandi titoloni di giornale l’introduzione dello smart working per i propri dipendenti.
Un giorno a settimana da casa, orari flessibili, ferie non rigide. Ognuno sceglie liberamente dall’elenco delle nuove possibilità offerte dal digitale in termini di lavoro da remoto, seleziona ciò che è più consono all’azienda o che fa più notizia, e lo introduce gradualmente.
Ma solo poche di queste aziende stanno davvero introducendo lo smartworking. La maggior parte sta più che altro giocando a fare prove di libertà per i propri dipendenti, perché poche si sono dotate della struttura decisionale, tecnologica, culturale e architettonica che il vero smart working richiede.
Anche le aziende più all’avanguardia, quelle che hanno affrontato un vero percorso di change management, potrebbero letteralmente impallidire davanti a ciò che stiamo dicendo. Perché la verità è che lo smart working non è altro che la punta dell’iceberg, quando ci sono, in realtà  intere aziende che lavorano completamente da remoto, senza praticamente avere uffici fisici.
Il remote first come risposta alle difficoltà lavorative dell’era moderna
Stai pensando che si tratti per lo più di qualche startup di moderni hippy?
Niente di più sbagliato: queste realtà non sono considerabili nemmeno come “aziende delocalizzate”. Quello di cui stiamo parlando sono aziende di tutto rispetto, anche con centinaia o migliaia di dipendenti, che invece di trovarsi il lunedì mattina in ufficio, si incontrano in videoconferenza da qualunque parte del mondo si trovino.
È più comune di quanto pensi, perché molte aziende si sono ritrovate in maniera crescente ad affrontare grossi problemi nel processo di assunzione, e non solo, di talenti.
Pensa soprattutto alle medie aziende del tech: come fare a competere con giganti come Google, Facebook e compagnia bella? Come fare a eguagliare le paghe da record, i benefit da capogiro, la reputazione sul CV? Semplice: offrendo la libertà di pianificare il proprio lavoro da remoto.
Una libertà che per certe persone può davvero valere più dell’oro, in senso letterale. Io stessa ho valutato di più la mia libertà del mio stipendio, e ho preso la direzione della libera professione. Ma se si potessero avere tutti i vantaggi del lavoro da freelance, insieme a tutti i benefici della partecipazione aziendale, cosa sceglieresti? Ecco, appunto: risolto il problema della guerra per la talent acquisition.
Non bisogna nemmeno sottovalutare la difficoltà del trovare i talenti, ancora prima di acquisirli. Si parla sempre di più di come il gap tra preparazione universitaria e richiesta del mondo del lavoro continui ad allargarsi, nonostante gli sforzi da entrambe le parti.
Infine c’è un tema di costi, anche se come confermano i CEO delle aziende che hanno fatto questa scelta, la questione economica è l’ultima ad essere messa sul piatto della bilancia. Con i prezzi degli affitti che crescono in maniera esorbitante in tutte le principali città del mondo, quanto è vantaggioso non avere uffici? Molto più conveniente pagare un posto nel co-working di maggior gradimento del dipendente, no?
Uno sforzo di libertà alla portata di tutti
In questo caso più che mai, le dimensioni non contano. Ad aver adottato questo stile di vita – perché è più che uno stile di lavoro – ci sono aziende di ogni misura e nazionalità . Ancora poche in Italia, purtroppo, ma in lenta crescita anche qui.
Una delle più emblematiche, anche se pochi la conoscono per il suo nome corporate, è Automattic. Sai di chi stiamo parlando? Sappi che, se hai mai usato WordPress in qualsiasi sua forma o prodotto, allora conosci anche l’azienda che l’ha creato, appunto Automattic.
Uno degli esempi più emblematici di remote-only company, e anche una delle più grandi: 845 dipendenti in 68 Paesi che parlano 84 lingue differenti. Una grande azienda dal valore attuale miliardario, di estremo successo in praticamente tutti i Paesi.
I concetti di digitale, di remoteness, di open-source sono nel suo DNA fin dalla fondazione, dato che il software di WordPress è nato e cresciuto proprio grazie al contributo gratuito e volontario di migliaia di appassionati in tutto il mondo. E infatti il suo CEO, sostiene che “non hanno mai fatto diversamente, e non avrebbe senso farlo”.

Matt Mullenweg @ WordCamp Bulgaria Sept.2011
Ma non serve scomodare giganti del web per trovare esempi di successo di aziende totalmente da remoto. Anzi, come dicevamo prima, i principali benefici di questa modalità di lavoro li possono trarre proprio le piccole aziende del digitale che vogliono crescere, magari ubicate in zone poco popolate o meno appetibili per i candidati.
Non è tutto oro quel che luccica, ma basta sapere dove scavare
Sì perché, a prescindere dalla dimensione aziendale, lavorare totalmente da remoto non è sempre facile. Tutti coloro che hanno a che fare con questa modalità di lavoro condividono una consapevolezza: non si improvvisa, non si lascia al caso, e non è scontata.
I problemi principali sono quelli comunicativi: l’impossibilità di vedersi in volto, di entrare in contatto come i tradizionali colleghi in ufficio, di interpretare anche i silenzi correttamente.
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Per questo non si possono continuare a utilizzare i tool tradizionali per qualcosa che tradizionale non è: servono strumenti di comunicazione appositi come Slack, che permettano di combinare conversazioni private e di gruppo, argomenti ludici e lavorativi.
Servono video-conferenze, perché guardarsi in faccia non ha prezzo. Servono le emoji, perché nella comunicazione scritta sono fondamentali per aiutare l’interpretazione.
Serve fiducia e serve trasparenza totale di documenti e comunicazioni, perché non c’è niente di peggio che sentirsi esclusi quando si lavora da remoto. E servono, ovviamente, degli incontri periodici di persona, perché siamo esseri umani ed è ancora il modo migliore di creare un vero legame tra persone.
Sono solo alcuni degli elementi che compaiono nel manifesto di RemoteOnly.org, una pagina web che è davvero il paradigma della semplicità , non rivendicata da nessuno né in qualche modo pubblicizzata. Una risorsa in pieno stile open-source, linfa vitale di tutto ciò che stai leggendo.

Credits: Depositphotos #61713323
Tanti benefici, tante possibilitÃ
E infatti, i benefit delle aziende che lavorano da remoto non finiscono con la libertà , che già sarebbe abbastanza rispetto alle modalità di lavoro della maggior parte delle persone.
Le aziende che contemplano il lavoro da remoto offrono una serie di incentivi da lasciare a bocca aperta: dall’organizzazione di meeting annuali per tutti i dipendenti nelle location più belle del mondo, alla totale libertà decisionale in fatto di ferie; dalla quota di stipendio per lo sviluppo di progetti personali, passando per libri, computer e co-working pagati ovunque nel mondo (a proposito puoi leggere le testimonianze direttamente da chi effettivamente per queste società ci lavora, come Eric Binnion o Sara Rosso).
Le aziende totalmente da remoto sono più di quante pensi. Si nascondono, molte non vanno alla ribalta nei titoli di giornale, fanno il proprio lavoro in sordina ma bene. E molte stanno assumendo.
Ci sono tanti siti che permettono di trovare offerte di lavoro da remoto da questo tipo di aziende; e anche se poche ancora sono italiane, qual è il problema? Stiamo parlando di aziende remote-first, no?
Source: http://www.ninjamarketing.it/