Negli ultimi mesi abbiamo visto giornali specializzati, testate online e notiziari TV acclamare il rilascio di NFT da parte di star dello sport, ultimo dei quali Ronaldo con Binance, ma anche della musica come Madonna con Beeple, Mick Jagger dei Rolling Stones, Snoop Dogg, Eminem, fino alle star di Hollywood ultimo dei quali Anthony Hopkins.
Per non parlare di opere d’arte e tweet venduti a cifre astronomiche, il cui clamore ha portato la fantasia comune a ritenere che si possa diventare ricchi vendendo foto, musica e qualsiasi cosa sotto forma di NFT, tanto è che iniziano a comparire i primi marketplace sia di massa che specializzati.
Prima di dilungarci in questi aspetti cerchiamo di fare luce su cosa siano gli NFT e perché abbiano conseguito tanto successo in così poco tempo.
Perché ne parliamo
Partiamo dal suo acronimo, NFT sta per “Non Fungible Token“, tradotto in italiano “gettone digitale non fungibile o riproducibile“. Il primo chiarimento da fare sta nel termine “fungibile” dato che un Bitcoin rappresenta un bene fungibile che può essere sostituito con un altro bene, ma nel caso dei NFT non è possibile poiché sono pezzi unici che non possono essere ne replicati, ne duplicati, ne sostituiti.
Da qui abbiamo che un NFT è un sistema che consente di identificare in modo univoco, sicuro e senza dubbi un prodotto digitale di qualsiasi genere creato sul web, come ad esempio un documento, una foto, un MP3, oppure il tweet di cui sopra.
Queste caratteristiche degli NFT vengono ereditate dalla blockchain nella quale esistono, dato che se non esistessero le blockchain non esisterebbero gli NFT, gli Smart contract le criptovalute e tanto altro.
Le blockchain ricordiamo sono dei registri digitali condivisi e immutabili le cui informazioni memorizzate non possono essere alterate o eliminate.
Perché è importante
Prima dell’avvento delle blockchain e dei NFT, qualsiasi cosa prodotta sul web, una GIF oppure un MP3, poteva essere duplicato illimitatamente, il che rendeva praticamente impossibile garantire la proprietà di un bene alla stregua di come avviene nel mondo reale.
Gli NFT consentono proprio questo, poter stabilire l’unicità di quel prodotto e la non duplicabilità il che ha portato i creativi del web a farne un largo utilizzo portando alla nascita della Crypto Art. Tra questi il più noto almeno stando agli incassi ottenuti dalle sue opere è Beeple.
Anche qui è necessario fare una precisazione, colui che ha acquistato, ad esempio, “Everydays” di Beeple per 63 milioni di dollari ha acquistato un’opera legata a un NFT, ma non ha acquistato realmente quell’opera in senso stretto, che quindi non diventa privata, ma acquista un certificato emesso da Beeple nel quale si certifica che “viene ceduta”.
L’acquirente di “Everydays” per lo più si garantisce la possibilità di rivendicare un diritto su quell’opera, grazie uno strumento quale lo smart contract, ossia un software presente nella blockchain che ha la funzione di facilitare e verificare l’esecuzione di un contratto.
Gli Nft sono una bolla? Cosa c’è da sapere
Arrivati a questo punto in molti si chiederanno perché qualcuno acquisti una JPG, una GIF oppure un tweet se questo è liberamente disponibile in rete ?
La risposta sta nel fatto che il valore preso in considerazione è quello dell’ NFT che è a sua volta connesso al certificato di proprietà che è unico ed è basato sulla tracciabilità del proprietario, del creatore, su date e su uno storico delle transazioni.
Proprio questo è il motivo per il quale il mercato dei NFT è stato in continua espansione raggiungendo l’apice nel 2021, mentre proprio nei primi tre mesi del 2022 si stia assistendo ad un rallentamento dovuto in realtà ad una naturale stabilizzazione del mercato dopo il boom.
Nel 2021 il mercato dei NFT ha toccato la cifra record di 17 miliardi di dollari con una crescita del 21.000% rispetto al 2020. Oggi si assiste ad una riduzione del 6% dei profitti derivanti dagli scambi con una perdita di valore del 50% rispetto ai primi tre mesi del 2021.
Guardando ai dati proposti da Google Trend, l’interesse verso questo settore si è ridotto dell’80% (volumi ricerche di Nft online) il che è dovuto ai recenti problemi connessi alla guerra in Ucraina, alla politica monetaria e all’inflazione.
Secondo alcuni analisti del Wall Street Journal, anche il settore dei NFT, pur essendo molto volatile e speculativo, tende a comportarsi come i beni dell’economia reale, come ad esempio le azioni o le obbligazioni e quindi sembrano essere influenzati dall’andamento del mercato tecnologico, sensibile agli elementi congiunturali che minano la fiducia nel futuro a medio e lungo periodo.
Infatti, il generale aumento dei tassi di interesse registrato nell’ultimo periodo ha danneggiato notevolmente gli investimenti finanziari più speculativa e tra questi rientrano anche i NFT.
Allo stesso tempo, gli investimenti in titoli tecnologici hanno iniziato ad apparire meno interessanti agli occhi di potenziali investitori. Da quando ha toccato i massimi a novembre, l’indice Nasdaq Composite ad alto contenuto tecnologico è sceso del 23% e il valore del Bitcoin è sceso del 43%.
Di recente Bill Gates ha dedicato una trentina di secondi di un panel sulla tecnologia alle opere d’arte digitali, dichiarando ironicamente: ”Ovvio, le costose immagini di scimmie digitali miglioreranno il mondo”, e si dice convinto che tutto il mercato degli NFT sia basato sulla teoria del “greater fool“.
Di certo chi ha acquistato questi NFT lo ha fatto nella previsione che il loro prezzo in futuro sarebbe cresciuto al pari dell’opera d’arte, ma le opere d’arte sono oggetti fisici, visibili e fruibili, mentre gli NFT sono un codice, un file, per quanto originale e non duplicabile.
Ninja Upshot
Tra chi parla di crollo del mercato degli NFT, di bolla speculativa o di semplice rallentamento, la verità è che questo mercato, molto giovane, sta entrando in una nuova fase, una fase di consolidamento nella quale sarà sicuramente più difficile vedere investimenti caratterizzati da speculazioni mozzafiato, ma che magari aprirà a un diverso modo di intendere i token non fungibili.
Oggi gli investitori sembrano disposti ad investire in un NFT solo se questo sia capaci di portare ad una esperienza di tipo unico, come, ad esempio, la possibilità di accedere alla visione esclusiva di una determinata collezione.
Da qui sembra che in futuro saranno premiati coloro i quali saranno in grado di costruire un progetto di unicità che circonda il mondo NFT, non più dunque unicamente percepito come strumento di vera e propria speculazione finanziaria indipendentemente dall’asset sottostante rappresentato digitalmente dal token.
Oltre a questi aspetti, va ricordato che di recente (marzo 2022), l’ Alta Corte del Regno Unito ha riconosciuto ai NFT lo status giuridico di asset oggetto di “proprietà” in un caso che probabilmente avrà implicazioni di vasta portata per le controversie che coinvolgono l’arte digitale.
La sentenza, probabilmente la prima al mondo sul tema, riconosce che un NFT rappresenti un valore suscettibile di essere oggetto di proprietà e che dunque lo stesso NFT possa essere confiscato mediante un provvedimento d’urgenza.
L’osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano, basandosi su dati aggregati forniti da Dune Analytics, afferma che la domanda di NFT non sia crollata, ma addirittura il volume di scambi ad aprile è stato tra i più alti registrati da inizio anno.
Ancora, secondo Forbes, la prestigiosa rivista statunitense di economia, negli ultimi tempi, le vendite si stanno concentrando su token di minor valore, liquidati a prezzi scontati per investire negli asset più prestigiosi.
Sempre secondo Forbes, insomma, ci troveremmo di fronte a un mercato che dopo una crescita vertiginosa, si sta consolidando ed equilibrando, come è successo nel recente passato con le criptovalute.
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Source: http://www.ninjamarketing.it/