Siamo nell’era 2.0 del mercato del lavoro e il risultato emerge in modo chiaro dall’indagine di Michael Page o di Crebs: i lavoratori del nuovo millennio ricercano sicuramente una stabilità economica.
L’80% degli intervistati che ricerca un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio congruo punta anche sulla green economy, ossia l’impegno reale e costante della propria azienda per la sostenibilità ambientale, che non riguarda solo la riduzione dell’inquinamento, ma anche la salvaguardia del tessuto economico dove questa si inserisce e l’attenzione verso i propri dipendenti.
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Importantissimo anche il welfare, nel significato più ampio del termine, dalla flessibilità nella gestione del tempo vita privata-lavoro, al supporto alla propria formazione continua in azienda o ai classici fringe benefits.
La ricerca della felicità, cosa si cerca oggi nel mondo del lavoro
La classifica è chiaramente dominata dal compenso congruo, importante per il più della metà degli intervistati e dalla tipologia di contratto, sempre il preferito è quello a tempo indeterminato.
Ma se fino a 10 anni fa qui ci fermavamo, il Covid ha cambiato il modo di cercare e di vedere il proprio impiego; la pandemia ha insegnato a tutti che si può lavorare da casa trovando un giusto bilanciamento tra la vita lavorativa e quella privata, più del 59% degli intervistati desidera un lavoro che gli conceda alcuni giorni a settimana di smart working, con un’evidenza però: pochissimi lavorerebbero solo da remoto, creare un rapporto personale con i colleghi è rilevante per il 60%.
Possiamo però dirlo: l’era del “vivere per lavorare” è definitivamente finita.
C’è poi tutto il mondo del welfare e dei benefits che il lavoratore cerca e vuole nel suo posto dei sogni.
Il 71% dei rispondenti considera la formazione in azienda e l’avanzamento di carriera tra i migliori benefits che si possano mai avere, seguite a ruota dal welfare canonico di coperture assicurative o auto aziendale.
Infine la maggior parte degli intervistati si vede in un’azienda cosiddetta media (41%), ma sicuramente pone l’attenzione sull’impiego e impegno sociale della stessa nel fare business.
Ecco quindi che si parla di corporate social responsability, vedendo la promozione di fare volontariato negli orari di lavoro come attività di team building quanto mai costruttivo.
L’azienda e il suo CEO devono essere trasparenti e attenti al territorio dove si inseriscono, rendendo sostenibile il proprio obiettivo economico.
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Il mondo del lavoro oggi, dove siamo
Oggi c’è un turnover spiccato tra i lavoratori, c’è chi ha deciso di cambiare vita dopo due anni di pandemia, c’è chi ha capito che era ora di cambiare verso qualcosa di meglio o verso qualcosa che fosse più vicino ai suoi valori, ma in generale il trend è quello di andare verso lavoratori sempre più specializzati con un background internazionale.
Il settore del digitale e dell’intelligenza artificiale sono sicuramente i settori che stanno crescendo in maniera più esponenziale essendo gli argomenti di cui si parla in modo più diffuso, dalle piccole alle grandi realtà, ma anche i settori turistici e che includono la sostenibilità sono molto chiacchierati.
La green economy diventerà, per forza di cose, centrale.
Infine si parla anche del fenomeno “a volte ritornano”, lasciare un lavoro (oramai) non è per sempre.
Ci sono infatti collaboratori che decidono di cambiare perché in quel momento l’azienda dove si trovano non è più quella giusta, ma nulla ci dice che la situazione non possa cambiare in futuro.
Per i brand mantenere i rapporti distesi con quei collaboratori che se ne sono andati con la stessa volontà, potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo; nel caso di ripensamenti inserire queste risorse in un programma di reintegro gli darà la possibilità di ritrovare una figura già formata e qualificata da assumere.
Focus on Marketing e Digital, quanto paga il settore
Affidandoci anche a Crebs, i dati di settore riportano:
- La maggioranza dei professionisti alternano lavoro in presenza e smart working, anche se un buon 24% ha dimenticato lo smart working 2 anni fa
- Lo stipendio 2022 e 2023 è rimasto invariato
- Agenzie di pubblicità e Digital Agency trattengono la maggior parte dei talenti
- Il bilanciamento vita/lavoro e l’interesse per il lavoro svolto scalzano lo stipendio, al terzo posto, nella classifica di importanza per la scelta di un luogo di lavoro
- Ai punti sopra si aggiunge la formazione nel campo “benefits”
- Nel “lavoro che vorrei” ci si rivede in agenzia principalmente o come risorsa interna al cliente
Ma buttiamoci sui numeri ora. Quanto paga il mercato?
IT, Information Technology, sempre in crescita e destinato a crescere vista la direzione di dove sta andando il mondo.
Sales e Marketing, hanno ripreso la loro crescita riguadagnando un ruolo centrale.
Digital Marketing, in linea con il 2022, customer experience, data driven approach, social media acquisition, il digital al servizio delle professioni dedicate all’attirare e tenere nuovi clienti.
Oggi ci troviamo in un momento storico in cui la convivenza di diverse generazioni sul luogo di lavoro è una delle caratteristiche che più lo differenziano rispetto a qualche anno fa.
Convivono insieme Boomer e Gen Z, ecco che l’azienda deve essere in grado di far convivere ma anche di prendere il meglio da questa compresenza, facilitando il passaggio di informazioni e i processi di formazione, dai più vecchi ai più giovani e prendendo da questa convivenza il vero vantaggio competitivo.
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