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Le 3 M per far crescere la tua quota di mercato con le inserzioni

Mentre l’Europa inizia a riaprire, dobbiamo ancora comprendere appieno quali cambiamenti sociali verranno dall’era Covid.

È però chiaro che il mondo è cambiato rapidamente, con l’uso della tecnologia che ha fatto un balzo in avanti di cinque o dieci anni in altrettanti mesi.
L’industria pubblicitaria sta affrontando un periodo unico nella sua storia. Ora più che mai, le persone prestano grande attenzione alla propria privacy e le norme che la regolano stanno cambiando.

Per anni, il settore pubblicitario ha dato per scontato che le persone fossero disposte a fornire i propri dati personali in cambio dell’accesso senza costi a contenuti di qualità e della possibilità di poter mostrare loro annunci pertinenti.

Ora le persone vogliono essere certe che questo scambio vada a loro vantaggio e richiedono un maggiore controllo su come i loro dati personali vengono utilizzati online.

Method of data collectionMethod of data collection

Per far fronte a questa nuova sfida, l’intero ecosistema è chiamato a dover ripensare al futuro del marketing digitale.

La tutela della privacy online è diventata essenziale e la disponibilità delle persone a condividere i loro dati va di pari passo con la condizione che i brand siano trasparenti su quali dati raccolgono, come vengono utilizzati e quali vantaggi può portare loro.

Se senza privacy il futuro per la pubblicità digitale è a rischio, in che modo gli attori in campo possono quindi soddisfare le aspettative delle persone e guadagnare la loro fiducia?

L’approccio delle 3 M

Il consiglio che diamo agli inserzionisti è di adottare il cosiddetto approccio delle tre M: rendere la condivisione dei dati “meaningful“, “memorable” e “manageable“. Per renderla meaningful, significativa, è necessario rendere chiaro alle persone che la condivisione dei propri dati permette di restituire loro annunci pubblicitari pertinenti e vicini a ciò che è di loro interesse mentre navigano online, così come quali sono gli ulteriori benefici nella fruizione di un sito o di un servizio online.

Per renderla memorable, memorabile, le persone devono ricordare di aver condiviso i dati su cui sono basati i contenuti di marketing che vedono. È necessario conoscere le modalità e i motivi della raccolta dei dati e spiegarli alle persone in modo chiaro ed esplicito, con un linguaggio semplice.

Infine, per renderla manageable, gestibile, è necessario assicurarsi che gli utenti comprendano come avviene la condivisione dei loro dati e offrire loro strumenti di controllo adeguati, semplici da usare e facili da trovare.

Utilizzando l’approccio delle tre M si crea un ambiente sostenibile per la realizzazione e la misurazione dei contenuti di marketing, senza compromettere la privacy delle persone. L’adozione di questo approccio apre la strada a un tipo di marketing incentrato sul rispetto della privacy e in grado di infondere maggiore fiducia negli utenti, con conseguenti risultati finali migliori.

Parlando di approccio e risultati, abbiamo recentemente presentato due nuovi studi di riferimento, commissionati da Google e realizzati in collaborazione con Ipsos e Boston Consulting Group (BCG).

Queste ricerche hanno fornito approfondimenti inediti sugli atteggiamenti spesso complessi e contraddittori che i consumatori hanno nei confronti della privacy online, e sulle opportunità a disposizione dei brand per riconciliare queste tendenze contrapposte.

Le ricerche hanno anche mostrato come i professionisti di marketing più esperti dal punto di vista digitale siano più pronti nel rispondere a queste dinamiche mutevoli del consumatore: hanno il doppio delle probabilità di far crescere la loro quota di mercato in un periodo di 12 mesi rispetto a chi presenta una minore esperienza in questo campo.

Questi studi rappresentano un modello per le aziende che vogliono soddisfare il crescente desiderio di tutela della privacy del pubblico e, a loro volta, costruire relazioni più profonde e significative con i loro clienti.

Google - Upfit in brand equityGoogle - Upfit in brand equity

Gli atteggiamenti degli utenti nei confronti della privacy online, spesso complessi e contraddittori, non sono una novità: secondo una ricerca condotta lo scorso anno da Google insieme a Euroconsumers, più di due terzi degli utenti europei online ritiene che la quantità di dati personali raccolti renda difficile proteggere la privacy.

Solo un utente su cinque sente di avere il controllo sui dati personali che vengono raccolti.

google euroconsumer researchgoogle euroconsumer research

Allo stesso tempo, la nuova ricerca realizzata in collaborazione con Ipsos ci rivela oggi dati interessanti. In particolare, le persone dichiarano di essere favorevoli a condividere alcuni dati, a patto che possano capire e controllare le modalità di utilizzo e abbiano vantaggi evidenti nel farlo.

In questo caso, la ricerca afferma che vi è il triplo di probabilità in più che gli utenti reagiscano positivamente alla pubblicità e che, nel doppio dei casi, la trovino pertinente.

Il vecchio approccio di pubblicare annunci basandosi su cookie di terze parti sta per scomparire.

Questo cambiamento non è banale, richiede una profonda modifica nel modo in cui le aziende si avvicinano al marketing online, ma è comunque possibile. Ed è un cammino che intendiamo affrontare al fianco del settore pubblicitario, ascoltandone le richieste.

L’anno scorso abbiamo annunciato che in futuro Chrome non avrebbe più supportato i cookie di terze parti. Molti attori dell’industria digitale ci hanno comunicato
che avevano bisogno di più tempo per prepararsi al cambiamento, così Chrome ha esteso la scadenza fino al 2023.

Ci è stata inoltre richiesta una maggiore trasparenza nella pianificazione così Chrome ha iniziato a condividere mensilmente (su privacysandbox.com) una timeline aggiornata con lo stato di sviluppo delle diverse proposte tecnologiche contenute all’interno di Privacy Sandbox, un’iniziativa aperta e collaborativa che vede coinvolti esperti del web e di computer science, insieme ad aziende, associazioni di categoria, publisher e autorità di regolamentazione, con l’obiettivo di definire nuovi
standard comuni per il web e per la pubblicità digitale.

Focalizzando insieme l’attenzione sulla protezione di ciò che conta per le persone con strumenti appositamente creati per generare più opportunità per il domani, possiamo creare un web che tuteli la privacy di tutti, dove le persone sono informate e detengono il controllo dei propri dati personali, e dove gli inserzionisti possono finanziare contenuti di qualità che poggiano su un rapporto di fedeltà e fiducia con il pubblico, ottenendo risultati ottimali con la precisione e la responsabilizzazione adeguate.

La tecnologia digitale ci offre una grande opportunità aiutandoci nella ripresa e nella crescita e rendendoci più inclusivi, più veloci e migliori di prima grazie a strumenti aperti e convenienti.

Coloro che plasmano il mondo digitale devono collaborare per mettere al primo posto la privacy. Siamo qui per lavorare insieme proprio per raggiungere questo scopo.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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