Non da poco l’intelligenza artificiale (IA) è entrata a far parte del nostro quotidiano. Il termine è familiare a molte persone, addette o meno al settore tecnologico ed informatico, che grosso modo collegano l’espressione ad una capacità decisionale avanzata legata ai computer, insomma qualcosa di più evoluto rispetto al classico “IF THEN ELSE”.
Spesso il riferimento è rivolto a funzionalità avanzate di vari dispositivi, dai comuni elettrodomestici ai telefonini fino alle automobili; in tanti utilizzano quotidianamente l’intelligenza artificiale senza rendersene conto.
Obiettivo di questo articolo è quello di fare il punto sullo sviluppo o meglio su quanto sia realmente evoluta oggi l’intelligenza artificiale e cosa dobbiamo attenderci nel breve termine.
Perché ne parliamo
Secondo recenti ricerche da parte dell’Osservatorio Artificial Intelligence, solo il 5% dei consumatori non ha mai sentito parlare di intelligenza artificiale il che dimostra una conoscenza diffusa pressoché nella totalità degli utenti, ma a livello superficiale, se si considera che solo il 60% ha la capacità di riconoscere la presenza di funzionalità di IA nei prodotti/servizi utilizzati.
Complessivamente buono il giudizio: l’80% degli intervistati ha un’opinione abbastanza o molto positiva dell’IA.
Il tema dell’intelligenza artificiale riveste un suo particolare fascino e le sue origini vanno indietro nel tempo di parecchi decenni, tanto che alcuni tipi di intelligenza artificiale esistono da più di 50 anni, ma i progressi nella potenza dei computer, la disponibilità di enormi quantità di dati e lo sviluppo di nuovi algoritmi hanno portato a grandi balzi in avanti nella tecnologia negli ultimi anni.
L’IA riveste un ruolo centrale nella trasformazione digitale della società e si presta a utilizzi legati ai settori più disparati: dalle vendite al marketing passando per la cybersecurity, l’automotive, dalla logistica alla sicurezza pubblica fino alla sanità; per non parlare degli usi più comuni come gli assistenti personali come Google e Alexa e delle ricerche online.
Da qui ne deduciamo che l’intelligenza artificiale è molto più che una qualsiasi funzionalità, dato che fornisce i processi e le capacità per potenziare al massimo la riflessione e l’analisi dei dati.
Sebbene nell’immaginario collettivo sia associato all’ immagine di robot simili agli esseri umani, completamente funzionanti e in grado di conquistare il mondo, l’intelligenza artificiale non è destinata a sostituire l’uomo dato che il suo scopo è quello di migliorare in modo significativo le abilità e le attività degli esseri umani.
Per questo motivo, è una risorsa molto preziosa per le aziende.
Perché è importante
Nella sua accezione più semplice, il termine “AI” (Artificial Intelligence) si riferisce a sistemi o macchine che imitano l’intelligenza umana per eseguire certe attività e che sono in grado di migliorarsi continuamente in base alle informazioni raccolte.
Al giorno d’oggi, per sfruttare appieno il valore e il potenziale dell’intelligenza artificiale, molte aziende stanno investendo in modo significativo nei team addetti al data science, ossia in quel campo interdisciplinare che utilizza metodi scientifici e di altro tipo per estrarre valore dai dati e combina le competenze di settori quali la statistica e l’informatica con le conoscenze aziendali per analizzare i dati raccolti da più fonti e fornire un supporto al processo decisionale umano.
La tecnologia AI sta migliorando le performance e la produttività delle aziende grazie all’automazione dei processi o delle attività che in passato richiedevano l’intervento umano.
Inoltre, l’intelligenza artificiale può sfruttare i dati a un livello che nessun essere umano potrebbe mai raggiungere e questa capacità consente di ottenere notevoli vantaggi economici come dimostrato da Netflix che fa uso del machine learning per offrire un livello di personalizzazione che ha consentito di aumentare la base clienti di più del 25% nel 2017.
Cosa c’è da sapere
A questo punto la domanda da porsi riguarda come sta evolvendo la diffusione dell’ AI nelle aziende e quindi nel nostro quotidiano; ebbene secondo un sondaggio condotto da Harvard Business Review, le imprese fanno uso dell’intelligenza artificiale principalmente per conseguire i seguenti obiettivi:
- Rilevare e impedire le intrusioni di sicurezza (44%)
- Risolvere i problemi tecnologici degli utenti (41%)
- Ridurre le attività di gestione della produzione (34%)
- Misurare la compliance interna relativa all’utilizzo dei fornitori approvati (34%)
Sulla base di questi dati possiamo stabilire quali siano i fattori alla base della diffusione e sviluppo dell’intelligenza artificiale in vari settori e sono:
- Capacità computazionali altamente performanti a prezzi accessibili dovute specialmente all’evoluzione e diffusione dei cloud, dato che prima dell’avvento di questa tecnologia gli ambienti di elaborazione disponibili per l’intelligenza artificiale avevano costi proibitivi.
- Grandi volumi di dati disponibili per la formazione della stessa AI che deve essere sottoposta ad un processo di apprendimento per poter eseguire previsioni corrette.
- Vantaggio competitivo dell’intelligenza artificiale applicata ai contesti aziendali.
Per quanto riguarda la trasformazione digitale della società per effetto della AI, si è reso necessario creare osservatori dedicati e le stesse istituzioni hanno compiuti importanti passi avanti nella regolamentazione dell’ intelligenza artificiale.
La Commissione Europea ha presentato di recente la proposta di regolamento, che rappresenta oggi una pietra fondamentale nella costruzione di una fiducia nelle tecnologie e l’Italia ha lanciato il nuovo Programma Strategico, che grazie al lavoro congiunto di tre Ministeri ha prodotto 24 raccomandazioni di azione, con un approccio collaborativo e inclusivo, che affronta in modo esplicito alcuni mali cronici dell’innovazione nel nostro Paese.
Ninja Upshot
L’importanza dell’intelligenza artificiale è dimostrabile attraverso moltissime storie di successo dove le aziende che aggiungono machine learning e interazioni cognitive ai processi e alle applicazioni aziendali tradizionali possono migliorare notevolmente la propria user experience e la produttività.
Nonostante il quadro fin qui delineato, esistono alcuni ostacoli alla diffusione di massa della AI, tra questi i progetti basati sull’intelligenza artificiale che non utilizzano il cloud computing spesso implicano costi di elaborazione elevati, sono complessi da realizzare e necessitano di esperti del settore, molto richiesti ma difficili da trovare.
Sapere quando e dove integrare l’intelligenza artificiale e quando rivolgersi a una terza parte consentirà di ridurre al minimo queste difficoltà.
Oltre a questo aspetto, abbiamo che flussi di lavoro inefficienti possono impedire alle aziende di sfruttare appieno il valore delle implementazioni AI.
Concludiamo sfatando un particolare mito diffuso nell’immaginario collettivo: ad oggi siamo ben lontani da una AI che possa essere minimamente paragonabile a quella umana.
A dirlo sono Jerome Pesenti, uno dei massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale oggi a capo del dipartimento Ai di Facebook, Andrew Ng (co-fondatore di Google Brain), Yann LeCun e Yoshua Bengio, entrambi vincitori del Turing Award 2018.
Source: http://www.ninjamarketing.it/