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IKEA Story: da dove nasce uno dei brand più amati di questo millennio

  • IKEA in tutti questi anni è rimasta coerente alle sue origini e a una precisa idea fondatrice: produrre mobili con un buon design e di buona qualità a prezzi accessibili.
  • Il fondatore, Ingvar Kamprad, era un forte sostenitore della semplice ma rivoluzionaria innovazione che prevedeva la vendita di mobili flat-pack.

 

Oggi, milioni di persone amano IKEA, ma dove inizia la storia di questo leggendario brand?

L’azienda nacque nel 1943 dallo svedese Ingvar Kamprad. A quei tempi IKEA era una piccola impresa ad Älmhult (un villaggio in campagna) che vendeva oggetti per corrispondenza attraverso un catalogo. Partito da zero il fondatore arriva a diventare una delle persone più ricche del mondo.

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La sede centrale di IKEA, dove sono concepiti tutti i design dei prodotti, è ancora lì in Svezia.

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Infanzia rurale e umili origini

Ingvar Feodor Kamprad nacque nel 1926, in una piccola fattoria nella provincia svedese di Småland.

A quel tempo la regione era notoriamente rurale, la Svezia era povera e agricola. Si parla di tempi duri, di lavoro, di frugalità e di egualitarismo, tutti fattori radicati nella povertà condivisa del periodo, valori che in un secondo momento entreranno a far parte dell’etica di IKEA.

Kamprad iniziò la sua carriera all’età di sei anni, vendendo fiammiferi. A soli dieci anni, attraversò il quartiere in sella alla sua bicicletta, vendendo decorazioni natalizie, pesce e matite.

A 17 anni, nel 1943, il padre lo ricompensò con una piccola somma di denaro per aver portato profitti da scuola, nonostante fosse dislessico. Kamprad li usò per costruire uno stabilimento, che chiamò IKEA. Il nome prende origine proprio dalle iniziali del fondatore e dai luoghi che lo hanno allevato: Ingvar, Kamprad, Elmtaryd la fattoria dove è cresciuto e Agunnaryd, il villaggio vicino.

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Flat-pack, il marchio di fabbrica

Due anni dopo aver avviato IKEA, Kamprad inizia a utilizzare i camion del latte per consegnare le sue merci. Nel 1947, inizia a vendere mobili realizzati da produttori locali. Nel 1955, i produttori iniziano a boicottare IKEA, protestando contro i bassi prezzi di Kamprad. Questo lo costringe a progettare oggetti internamente. Nel tempo, l’imballaggio piatto e l’autoassemblaggio diventano parte del concept.

Sì, perché spedire grandi mobili era difficile e costoso. Così nel ’56, il fondatore prova a togliere le gambe del tavolino LÖVET (nome attuale LÖVBACKEN) e da qui nasce l’idea dei pacchi piatti e degli articoli forniti smontati.

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La filosofia alla base si ispirava (e si ispira ancora) al concetto di design democratico: chiunque deve potersi permettere mobili eleganti e moderni. Kamprad sentiva che non stava solo tagliando i costi e guadagnando soldi, ma stava anche servendo le persone.

“Perché i bellissimi prodotti sono realizzati solo per pochi acquirenti? Dovrebbe essere possibile offrire un buon design e funzionalità a prezzi bassi�.

Col tempo l’attività di Kamprad crebbe molto. IKEA si espanse in tutta la Svezia, in Norvegia e Danimarca, passando dalla Germania all’Europa continentale e fino ai confini del mondo. Oggi sono oltre 300 i negozi IKEA nel mondo, in 40 paesi. Per tutto questo tempo, Kamprad non ha mai preso in prestito denaro o emesso azioni.

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Catalogo IKEA: la pubblicazione più diffusa al mondo

Älmhult, la città dove fu fondata IKEA, si trova in una zona piuttosto remota della Svezia, per questo era molto difficile raggiungere potenziali clienti nelle città più grandi. Nacque così, da un’esigenza concreta più che da una scelta di marketing, il famoso catalogo IKEA nel 1951.

IKEA catalogoIKEA catalogo

Ingvar aveva già deciso allora che IKEA avrebbe venduto mobili di qualità a prezzi bassi, soluzioni alla portata di tutti. Ad ogni modo, il catalogo IKEA, strumento di marketing diventato icona di un certo modo di abitare, vanta una distribuzione pari a quella della Bibbia.

Un vero e proprio successo ogni anno per questa pubblicazione, realizzata in 62 edizioni e 29 lingue. L’edizione italiana, nel 2013, ha avuto una tiratura di 16 milioni di copie. Un record legato anche alla diffusione gratuita del catalogo, distribuito porta a porta.

L’anno scorso IKEA ha spiazzato i clienti di tutto il mondo con l’annuncio della progressiva rinuncia dell’edizione cartacea in favore del catalogo online. Per il suo 70esimo anniversario, il catalogo verrà comunque stampato, ma solo in 2 milioni di copie (una reliquia sicuramente da conservare).

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I prezzi nel primo catalogo IKEA erano così bassi che le persone inizialmente erano scettiche sulla qualità dei prodotti. Ingvar decise così di trasformare un vecchio laboratorio di Älmhult in uno showroom in cui le persone potevano vedere e provare i prodotti prima di ordinare.

IKEA showroomIKEA showroom

Il testamento di IKEA

La crescita e l’espansione internazionale hanno richiesto un supporto alla comunicazione faccia a faccia dello spirito e dei valori di IKEA.

Nel 1976 viene pubblicato l’opuscolo di Ingvar Kamprad “Il Testamento di un commerciante di mobiliâ€�. Le righe di apertura sono: “Abbiamo deciso una volta per tutte di schierarci con molte persone. Ciò che è buono per i nostri clienti è anche, a lungo termine, buono per noi. Questo è un obiettivo che comporta degli obblighi”.

Il testamento è costituito da nove tesi, tra cui “Il profitto ci dà risorse” e “La semplicità è una virtù”. La tesi finale è “Molte cose restano da fare. Un futuro glorioso!â€�.

La leadership del buon esempio rimane la spina dorsale per modellare la cultura IKEA e la documentazione delle nove tesi diventa uno strumento molto apprezzato. Da allora ha continuato a ispirare le persone nelle diverse società che operano con IKEA e ne condividono i valori.

I nomi IKEA

I nomi dei mobili IKEA possono stupire i clienti al di fuori dei paesi nordici, in realtà sono basati su un sistema elaborato e ben preciso.

I letti hanno nomi di luoghi norvegesi, i divani prendono il nome da città svedesi, i tavoli da cucina hanno nomi geografici finlandesi, le sedie per lo più hanno nomi maschili e i tappeti hanno per lo più nomi danesi. A bicchieri e tazze vengono dati gli aggettivi e così via. I nomi sono generalmente gli stessi in tutto il mondo.

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L’elaborata struttura della proprietà di IKEA, con diversi fondi fiduciari offshore controllati ma non di proprietà dello stesso Kamprad, ha reso impossibile stabilire quanto fosse ricco, ma le stime spesso collocano il fondatore tra il numero 1 e il numero 11 nell’elenco delle persone più ricche del mondo.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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