Già prima del lockdown, l’e-commerce B2C in Italia rappresentava il motore di crescita e di innovazione del settore retail, ma l’avvento del Covid-19 possiamo affermare che abbia certamente accelerato questo processo di innovazione che era già in atto.
A dimostrazione di come gli e-commerce siano infatti sempre più utilizzati dalle aziende ci sono i dati secondo cui in Italia gli acquisti online sono in costante aumento, e dopo l’avvento del Covid-19 il volume delle vendite a distanza è incrementato con picchi che hanno sfiorato il +300%.
D’altronde, il raggiungimento di un maggior numero di potenziali clienti, l’abbattimento dei costi e il miglioramento della comunicazione con i propri clienti sono solo alcune delle motivazioni che spingono le aziende alla realizzazione di e-commerce per la crescita del proprio business.
Ma cosa si intende esattamente quando si parla di e-commerce?
Una definizione riduttiva di questo termine sarebbe quella che vede l’e-commerce solo come un’attività di commercio elettronico, quando le sue potenzialità e le sue funzionalità non possono essere limitate a questa definizione.
L’e-commerce infatti non esaurisce le sue potenzialità con la semplice transazione, bensì coinvolge una serie di fasi che si vengono a creare tra acquirente e venditore online, ovvero:
- opperazioni di marketing;
- posizionamento del sito web sulle pagine dei motori di ricerca;
- scambio di informazioni legate alla vendita.
Per poter definire meglio l’e-commerce e comprendere meglio di che tipo di commercio si sta parlando può essere utile fare una prima distinzione tra le diverse tipologie di e-commerce esistenti, che si distinguono in base alle diverse parti coinvolte in qualità di venditore ed acquirente.
Tra le diverse tipologie troviamo:
- Business to Business (B2B);
- Business to Consumer e viceversa (B2C – C2B);
- Business to Employee e viceversa (B2E – E2B);
- Business to Government e viceversa (B2G -G2B);
- Consumer to Consumer (С2C);
- Citizen to Government e viceversa (C2G – G2C);
- Government to Government (G2G);
- Peer to Peer (P2P).
Un ulteriore distinzione tra le diverse tipologie di e-commerce può inoltre essere fatta tra:
- Ecommerce diretto: l’acquisto e lo scambio di beni/servizi avviene interamente online;
- Ecommerce indiretto: l’acquisto del bene/servizio avviene online ma lo scambio è effettuato offline, tramite la spedizione tradizionale.
Conoscere prima di tutto le diverse tipologie di e-commerce esistenti è di fondamentale importanza per comprendere sempre meglio le grandi potenzialità che un e-commerce può avere.
Ma quali sono i dati più interessanti sull’e-commerce per comprenderne ancora meglio le prospettive future? Vediamoli insieme.
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I dati sull’e-commerce nel 2022
Come dichiarato da Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano “Negli ultimi anni, e in particolare durante la pandemia, l’online ha svolto un ruolo trainante per la crescita e l’innovazione del Retail, anche fisico. Nel 2022 invece anche l’eCommerce, soprattutto di prodotto, ha attraversato un momento di incertezza a livello internazionale, dovuto in primis alle conseguenze economiche delle tensioni socio-politiche. L’aumento dei costi (delle materie prime, dell’energia, del trasporto) sta condizionando l’andamento del commercio, sia online sia offline: da un lato i consumi risentono della riduzione del potere di acquisto per via dell’inflazione, dall’altro lato i merchant lavorano assiduamente all’ottimizzazione dei processi per garantire sostenibilità economica in uno scenario instabile e complesso”
Ciò nonostante stando ai dati degli Osservatori del Politecnico di Milano nel 2022 gli acquisti online valevano 48,1 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021) e l’e-commerce di prodotto ha continuato la propria corsa, pur con un ritmo più contenuto (+8%) rispetto a quanto visto nel 2021 (+18% sul 2020), toccando i 33,2 miliardi di euro.
Gli acquisti online di servizi, invece, hanno portato a termine il proprio percorso di ripresa (+59%) raggiungendo quota 14,9 miliardi di euro e grazie alla crescita del comparto Turismo e trasporti (soprattutto nei mesi estivi), si sono compensate le perdite generate durante l’emergenza sanitaria.
Una tendenza positiva riscontrata anche nel 2021 per cui secondo i dati rilevati dagli Osservatori del Politecnico di Milano l’e-commerce B2C di prodotto nel mondo valeva già 3.400 miliardi di euro con un +17% rispetto al 2020 (a crescere di più è stato il settore degli elettrodomestici).
Previsioni sull’e-commerce per il 2023
La pandemia prima e le tensioni socio-politiche che stiamo vivendo oggi, hanno portato ad un’instabilità geo-politica ed economica che ha creato un terreno di incertezza che si sta vivendo a livello internazionale.
Considerando questo nuovo contesto, il 2023 è visto come un anno di possibile recessione e le aspettative dei commercianti del nostro Paese non sono del tutto positive, infatti circa uno su due ha rivisto le stime a chiusura del conto economico per accogliere modifiche, al ribasso, del proprio fatturato e, al rialzo, delle spese.
Già ad aprile 2022 infatti, l’88% del campione dichiarava l’incremento dei costi di energia e trasporto, il 65% l’aumento dei costi delle materie prime e l’11% una diminuzione dell’export, soprattutto verso i paesi più coinvolti nelle tensioni socio-politiche, come si evince dai dati rilevati dagli Osservatori del Politecnico di Milano.
Da quanto emerge inoltre dallo studio della KPMG ‘CEO Outlook 2022’, la survey che raccoglie le opinioni di più di 1.300 CEO delle più grandi aziende al mondo sulle prospettive dell’economia globale nei prossimi 3 anni, in un contesto fortemente incerto, il 58% dei CEO intervistati, attende una recessione alquanto breve e non fortemente impattante per l’economia italiana.
L’analisi di McKinsey sulle previsioni della moda prevede inoltre una crescita delle vendite relativamente lenta tra il -2 e il +3 percento, appesantita da una contrazione del mercato europeo (che dovrebbe ridursi tra l’1 e il 4 percento).
Si prevede che la Cina e gli Stati Uniti otterranno una crescita migliore, crescendo rispettivamente tra il 2 e il 7% e tra l’1 e il 6%.
Secondo lo studio inoltre, a crescere saranno le vendite nel settore del lusso con un aumento che oscilla tra il 5 e 10% principalmente negli Stati Uniti, mentre è prevista una crescita tra il 3 e l’8% in Europa.
Basandoci inoltre sui dati rilevati da Qapla basate sulla base dell’elaborazione della serie storica di spedizioni tracciate su Qapla, troviamo invece delle proiezioni per le vendite e-commerce nel 2023 più positive.
Quapla stima infatti un aumento dell’8% delle spedizioni totali in tutto l’anno rispetto al 2022.
Sembrerebbe dunque, che nonostante le previsioni in alcuni casi non possano essere rosee come l’anno precedente, i cui risultati possono definirsi “falsati” visto gli effetti della situazione data dalla pandemia a livello internazionale che ha certamente dato una spinta alle vendite online, tuttavia le previsioni non siano troppo pessimistiche.
Seppure si tenga conto dell’instabilità della situazione geopolitica in corso.
Cosa serve per lanciare un e-commerce di successo
Per lanciare un e-commerce è necessario prestare attenzione ad alcuni elementi molto importanti. Sulla base di ciò ecco allora alcuni suggerimenti da cui partire per lo sviluppo di un e-commerce di successo:
- Identifica un prodotto ad alto potenziale: un prodotto o servizio in grado di rispondere alle esigenze dei potenziali clienti è già per questo un prodotto o servizio dalle grandi potenzialità;
- Scegli la tua nicchia: nella scelta del proprio mercato target è essenziale partire dal decidere quale sia il modello di business e-commerce più idoneo scegliendo tra le diverse tipologie di e-commerce viste in precedenza (B2B, B2C etc.)
- Trova i tuoi migliori concorrenti: una ricerca online rispetto ai concorrenti per il mercato di riferimento e per il prodotto o servizio in questione è fondamentale per capire molte cose e prima di tutto se il prodotto o servizio che si vorrebbe vendere esiste già o può essere differenziato rispetto all’offerta dei competitor;
- Fai brainstorming sui prodotti da vendere: un ottimo modo è “ascoltare” le opinioni sui social, seguire le tendenze di ricerca ad esempio attraverso strumenti come Google Trend, navigare tra siti web di e-commerce e aggregatori;
- Prepara il tuo business plan in cui descrivere dettagliatamente gli obiettivi e la roadmap per la finanza, le operazioni, la logistica e il marketing. Questo documento che deve essere generato solo dopo l’identificazione del proprio mercato di riferimento può essere usato per organizzarsi ma anche per attrarre potenziali investitori;
- Scegli la tua ragione sociale e la struttura giuridica e richiedi il tuo codice identificativo fiscale, i permessi e le licenze prima di iniziare a vendere;
- Trova un marchio e assicurati la tua presenza online: una volta scelto il nome del marchio assicurati che sia disponibile attraverso il registro brevetti e marchi. Solo successivamente potrai procedere con la progettazione di un logo che verrà posizionato su tutti gli imballaggi, il design del sito Web e i materiali di marketing;
- Crea il tuo negozio online scegliendo tra le diverse piattaforme possibili per la realizzazione in base ai livelli di personalizzazione e alle funzionalità richieste;
- Promuovi la tua nuova attività per indirizzare gli utenti verso il tuo sito attraverso diversi elementi che possono far parte di una strategia di digital marketing tra cui: ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO), content marketing (articoli, video etc.), e-mail marketing, pubblicità pay-per-click (PPC) e social media marketing.
Quali sono le piattaforme più usate per realizzarlo
Tra le migliori piattaforme e-commerce ma anche tra le più utilizzate tra cui è possibile scegliere per la creazione di un e-commerce proprietario troviamo:
- Shopify: una piattaforma di e-commerce user-friendly, con molte opzioni di personalizzazione e diverse opzioni di abbonamento , dotata di strumenti e funzionalità integrate per la vendita multicanale;
- WooCommerce: un plug-in open source scaricabile gratuitamente legato a WordPress che sostanzialmente rappresenta l’unica soluzione per rendere il proprio sito WordPress un e-commerce;
- Magento: una piattaforma open source senza hosting incluso ma più adatta agli sviluppatori grazie al suo sistema potente, flessibile e personalizzabile. I limiti sono però relativi a complessità e costi;
- Squarespace: una piattaforma facile da usare ma con meno funzionalità di e-commerce personalizzabili rispetto alle altre;
- Wix: una piattaforma e-commerce per gestire piccoli negozi che offre template personalizzabili, web hosting e registrazione del dominio e permette di tracciare gli ordini, accettare i pagamenti online e vendere su più canali;
- Prestashop: una delle piattaforme ecommerce open source che si distingue per prezzi non troppo alti ma che ha un limite dovuto alle competenze tecniche necessarie per la sua gestione.
Per lo sviluppo del proprio e-commerce saranno dunque il background tecnico unitamente al budget a disposizione gli elementi su cui basarsi nella scelta della piattaforma da usare.
E-commerce proprietario o marketplace
Quando ci si trova a dover scegliere tra lo sviluppo di un e-commerce proprietario o un marketplace, per fare una scelta oculata è necessario conoscere i relativi vantaggi e svantaggi che ciascuna scelta porterebbe.
Ma prima di approfondire l’argomento è importante capire esattamente cosa siano i marketplace e quali siano le differenze rispetto agli e-commerce proprietari.
I marketplace sono in sostanza piattaforme online dove le aziende affiliandosi possono riservarsi uno spazio online dedicato in cui vendere i propri prodotti e servizi. Per fare un esempio, Amazon è certamente uno degli esempi più noti di marketplace.
Tra i vantaggi del marketplace troviamo:
- Il raggiungimento rapido di una vasta gamma di potenziali clienti, utilizzando la base di utenti già esistente del marketplace;
- L’autorevolezza della piattaforma e quindi la migliore posizione in SERP propria del marketplace;
- Maggiori risparmi rispetto ad un e-commerce proprietario per quanto riguarda la costruzione e il mantenimento del sito;
- Il servizio di spedizione o di Servizio Clienti che in molti casi è incluso tra i servizi offerti dal marketplace.
Mentre tra i suoi svantaggi troviamo:
- Minore possibilità di personalizzazione;
- Minore controllo sull’esperienza utente e sui prezzi;
- Minori dati a disposizione rispetto al tipo di cliente.
Un e-commerce proprietario è invece un e-commerce sviluppato su una delle molteplici piattaforme tra cui è possibile scegliere che offre diversi vantaggi ma anche svantaggi, proprio come nel caso dei marketplace.
Vediamoli di seguito.
I vantaggi di un e-commerce proprietario possono tradursi in:
- Avere il controllo completo sull’esperienza utente, il design del sito, i prezzi e la branding;
- Poter raccogliere i dati dei clienti e utilizzarli per le campagne di marketing e la personalizzazione dell’offerta.
Mentre tra gli svantaggi principali troviamo:
- Maggiori costi per la costruzione del sito;
- Maggiore tempo sia per la costruzione che per il mantenimento del sito.
Esigenze ed obiettivi specifici oltre che risorse economiche sono dunque i fattori principali in grado di determinare la scelta più adatta rispetto ad un e-commerce proprietario o ad un marketplace.
Riassumendo, un marketplace è infatti la scelta migliore per un’azienda con un budget limitato perché grazie alla sua base di utenti permette all’azienda di raggiungere una vasta gamma di potenziali clienti, ma è una buona scelta anche per chi vuole intraprendere un percorso di internazionalizzazione; viceversa, un’azienda con un budget più grande sceglierà molto probabilmente di optare per un e-commerce proprietario in modo tale da avere controllo completo sulla UX e sul branding.
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L’e-commerce è alla portata di tutti?
Possiamo affermare che avere un e-commerce non è necessariamente alla portata di tutti poiché per l’apertura e la gestione di un e-commerce bisogna da subito tenere in considerazione alcuni aspetti molto importanti che faranno la differenza rispetto alla riuscita del proprio progetto di vendita online.
Tra questi i principali sono:
- I costi: come abbiamo visto fin qui infatti realizzare un e-commerce proprietario è sostanzialmente più costoso a causa degli investimenti relativi al sito web, al sistema di gestione degli ordini, al sistema di pagamento e ad altre risorse;
- Le conoscenze: avviare e gestire un e-commerce richiede competenze tecniche specifiche ed una formazione continua per essere al passo con le novità del settore.
- La competizione: essendo un mercato altamente competitivo la competizione con i grandi colossi del settore può risultare difficile per le aziende più piccole;
Detto ciò, si può comunque contare su diverse risorse disponibili come i corsi specifici per la formazione e la scelta di piattaforme di e-commerce facili da usare e a basso costo, che consentono ad un maggior numero di imprenditori di portare avanti il proprio progetto di vendita online ottenendo così la serie di vantaggi che un e-commerce può offrire come la possibilità di raggiungere più clienti, l’abbattimento dei costi che sono inferiori rispetto a quelli di un negozio fisico e il miglioramento della comunicazione con i clienti.
L’importanza dell’e-commerce manager
Un elemento importante in un progetto di sviluppo di un e-commerce è sicuramente considerare la presenza di una figura essenziale: l’ecommerce manager.
Sono infatti diverse le responsabilità che vanno affidate a questa figura professionale tra cui:
- Sviluppo della strategia che include la scelta dei prodotti o servizi da vendere, la segmentazione del mercato e la definizione degli obiettivi di vendita;
- Gestione del sito rispetto alle lavorazioni ordinarie, al design, alla navigazione e alle funzionalità;
- Facilità di utilizzo del sito: un elemento essenziale per il successo di un sito grazie a cui i clienti possono muoversi e trovare facilmente ciò che cercano tra le pagine del sito;
- Marketing ovvero la promozione del sito e dei prodotti o servizi offerti grazie alle diverse azioni di digital marketing possibili che abbiamo visto in precedenza;
- Analisi attraverso un monitoraggio costante del sito rispetto alle prestazioni come traffico, conversioni ed entrate così da prendere scelte di miglioramento oculate;
- Servizio clienti attraverso la risposta alle domande dei clienti e la gestione dei reclami;
- Aggiornamento delle normative per assicurare che il sito sia sempre conforme alle normative e alle leggi in vigore specialmente in tema di privacy e sicurezza dei dati.
Esempi di e-commerce da seguire
Tra gli e-commerce che è possibile prendere ad esempio per i buoni risultati raggiunti troviamo sicuramente marchi quali:
- Amazon che offre moltissimi prodotti di ogni tipo in vendita e permette anche di vendere al suo interno;
- eBay che offre aste di tutti i tipi di prodotti e permette anche di vendere al suo interno;
- ThinkGeek incentrato sulla vendita di prodotti come gadget, elettronica, oggetti da collezione;
- Shopify che ha registrato entrate per l’anno 2021 pari a 4,611 miliardi di dollari in dollari USA mentre il numero di visitatori unici mensili medi per i siti di eCommerce forniti da Shopify hanno raggiunto 1,16 miliardi;
- Etsy che ha registrato entrate per $ 12,2 miliardi nel 2021 e ha ricevuto oltre 464 milioni di visite al sito nel febbraio 2022;
- Walmart che ha registrato nel 2021 circa $ 582,8 miliardi e 100 milioni di visitatori unici al mese sul sito;
- Alibaba che ha registrato entrate per il 2021 di circa $ 109 miliardi, con un aumento del 52% rispetto al 2020. Il suo sito rivolto negli Stati Uniti, AliExpress , gode di una media di 421,1 milioni di visite.
Come formarsi e crescere
Restare al passo con le tendenze, sperimentare con il marketing e approfittare delle partnership e delle strategie multicanale sono sicuramente degli ottimi consigli per la crescita di un e-commerce.
Un aspetto fondamentale da non sottovalutare mai però, è certamente la formazione, tassello essenziale per mirare ad una crescita del tuo e-commerce nel breve e nel lungo periodo.
Per questo è sempre una buona idea quella di continuare a formarsi seguendo i corsi e-commerce realizzati appositamente per essere una guida ed un supporto per chi vuole lanciare un e-commerce, tale da permettere la creazione e la gestione di ogni aspetto di un e-commerce, evitando così di incorrere in sbagli che possono tradursi in gravi sprechi di denaro a causa delle mancate vendite.
Tra gli altri corsi che è inoltre consigliabile considerare di seguire ci sono poi quelli relativi a tutti gli aspetti che circondano l’e-commerce pur esulando gli aspetti più tecnici della creazione dello stesso, ovvero ad esempio i corsi sul social media marketing, i corsi sul Digital Advertising o i corsi sull’e-mail marketing.
Conclusioni
A dispetto dei costi economici e inerenti al tempo da impiegare per un progetto di sviluppo di un e-commerce e a dispetto delle previsioni forse meno positive per il 2023 rispetto ai due anni passati, aprire un e-commerce in un momento storico come questo in cui la trasformazione digitale di ogni azienda è all’ordine del giorno è sicuramente una buona scelta per andare incontro alle esigenze dei clienti che richiedono una sempre maggiore omnicanalità delle aziende.
Avere un e-commerce permette non solo di curare ai massimi livelli la UX dei clienti e l’immagine del proprio brand, ma anche di ampliare la comunicazione con i propri clienti, migliorandola grazie ai diversi canali che il digital marketing mette a disposizione.
Avere un e-commerce si traduce inoltre nell’aumentare le probabilità di vendere il proprio prodotto o servizio ovviamente, ma solo se alla base si è creato un progetto di business di valore che offre un prodotto o servizio concorrenziale, con un mercato di riferimento chiaro e con una definita strategia di marketing che usi tutti gli elementi fondamentali per portare un progetto di e-commerce verso il successo, ovvero la strategia, le competenze tecniche e il budget pubblicitario adeguato per costruire la visibilità necessaria.
Source: http://www.ninjamarketing.it/