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Cos’è la Creator economy e quali sono gli strumenti per monetizzare

La creator economy anche definita passion economy o economia della monetizzazione individuale ha a che fare con la creazione di contenuti, che possono essere video, scritti, audio o di altro tipo ed è il frutto di un processo durato anni, che oggi grazie a internet, permette ai creator di ottenere un reddito grazie alla produzione e condivisione di contenuti legati alle loro passioni.

Ma per capire cos’è la creator economy, come funziona e perché ci riguarda tutti è bene ricordare come durante gli anni passati prima della nascita della creator economy erano i grandi media a fare da padroni e a gestire l’intero mondo dell’intrattenimento, poiché la creazione dei contenuti era una loro prerogativa.

L’unica possibilità quindi per lavorare in questo mondo era quello di far parte di queste grandi aziende.

Grazie all’avvento di internet però, tutto ciò cambia, portando a un decentramento dei media, il tutto però ad un ritmo decisamente lento, causato dal fatto che le potenzialità di questa innovazione richiesero del tempo per essere comprese dalla maggioranza delle persone.

Grazie a internet infatti, si cominciò ad avere nuovi e diversi tipi di contenuti di cui usufruire, ma anche la possibilità di divenire creatori in prima persona di questi contenuti attraverso nuovi spazi, diversi dagli unici a disposizione fino a quel momento.

Tuttavia lo sviluppo di internet, visto i tempi lenti che hanno accompagnato la sua maturazione, non coincide con la nascita della creator economy, che pur essendosi sviluppata grazie a internet, ha dovuto aspettare lo sviluppo a pieno ritmo di questa innovazione per poter trovare lo spazio necessario alla sua crescita.

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Cos’è la creator economy

Per spiegare meglio cos’è la creator economy possiamo fare riferimento alle parole di Eric Freytag di Streamlabs, il quale riassume il cambiamento del consumo dei media in un articolo scritto per VentureBeat, in cui afferma: “Invece di dieci programmi TV consumati da miliardi di persone, ora abbiamo centinaia di milioni di programmi che soddisfano miliardi di persone. Potresti essere solo una delle dieci persone al mondo interessate a un argomento di nicchia, ma è probabile che troverai dei contenuti per esso. Inoltre, le persone che creano contenuti per quell’argomento ne sono veramente e autenticamente appassionate“.

La passione sembra quindi essere il collante per chiarire cos’è la creator economy che non a caso viene definita anche passion economy, ovvero la possibilità per chiunque possegga una passione precisa, di creare un reddito attraverso questa, grazie alla creazione di contenuti, sfruttando il digitale e le nuove tecnologie, da cui la creator economy trae appunto origine.

Al passo con questa nuova tendenza, le nuove piattaforme che nel corso degli anni si sono sviluppate fino a oggi e continuano a svilupparsi ogni giorno, offrono sempre più spazi e strumenti ai creator per far avanzare questa nuova economia della monetizzazione individuale.

Come funziona la creator economy

Sostanzialmente e nella maggior parte dei casi per capire come funziona la creator economy basti pensare a come questa permetta alle persone di guadagnare grazie alle proprie passioni.  Riferendosi ai creator, si tratta di persone “veramente e autenticamente appassionate”  come definite da Eric Freytag, che creano contenuti inerenti alle proprie passioni, sfruttando gli spazi e le opportunità offerte da internet.

Come risultato di questa nuova realtà si è sviluppata la possibilità di diventare celebrità anche per le persone comuni che non fanno parte del mondo dello spettacolo. YouTuber e influencer sono solo alcuni degli esempi di come la creator economy abbia dato la possibilità di una visibilità su larga scala a chiunque decida di creare contenuti online.

Negli ultimi dieci anni infatti il content marketing si è saputo affermare come una delle strategie che ha riscosso maggior successo e questo è dovuto ai cambiamenti del periodo che hanno visto instaurarsi un rapporto più stretto con i consumatori, rispetto a quello a cui tutti erano abituati legato ai grandi media.

È proprio in questo contesto dove attraverso il content marketing ci si pone l’obiettivo di attirare il pubblico verso una destinazione precisa, ovvero verso il brand, che entrano in gioco i content creator.

Per poter raggiungere questo obiettivo, è infatti fondamentale per le aziende, avere sempre a disposizione nuovi contenuti creativi attraverso cui attirare e ingaggiare i consumatori in una modalità sempre nuova, al passo con i tempi ed in linea con i loro interessi.

Quanto vale la creator economy

Il valore del mercato totale della creator economy in questo momento si aggira sui 104,2 miliardi di dollari e sembrerebbe destinato a crescere ancora. Secondo il report Creator Earnings Benchmark realizzato da NeoReach in collaborazione con Influencer Marketing Hub:

  • tutto ciò che è legato ai content creator ha creato un indotto che ha portato dall’ottobre 2020 a investimenti da venture capital per 800 milioni di dollari 
  • il 46% dei creator che costruiscono un pubblico da più di 4 anni guadagna oltre 20.000 dollari all’anno attraverso i propri canali monetizzati
  • la dimensione totale del mercato della Creator Economy è di circa 104,2 miliardi di dollari
  • la creator economy ha una traiettoria di crescita sostanziale simile alla Gig Economy
  • il 78% dei content creator a tempo pieno guadagna più di 23.500 dollari all’anno

Come si diventa creator

Sono sempre di più i giovani che desiderano crearsi un reddito attraverso internet, diventando ad esempio content creator.

Negli USA ben il 29% dei diplomandi dichiara infatti di voler essere un creator, è invece solo l’11% che immagina una tradizionale carriera per il proprio futuro e in un recente studio fatto su bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni è stato rilevato che quasi il 30% aspira a diventare YouTuber.

Dati che non sorprendono se si considera il grande successo che molte persone hanno ottenuto sulle piattaforme online e che vengono oggi prese come esempio per le generazioni più giovani.

Oggi si è infatti arrivati ad un numero di 50 milioni circa rispetto ai creator esistenti sul pianeta e di questi, 2 milioni possono essere considerati veri e propri professionisti dal momento che monetizzano le proprie passioni creandosi, attraverso la creazione di contenuti legati a queste, un reddito che gli permette di vivere. Come infatti è possibile vedere anche nel grafico sottostante elaborato dalla società di dati Thinknum, la presenza di creator tra le figure lavorative è in continua crescita.

infografica crescita creatorinfografica crescita creator

infografica crescita creatorinfografica crescita creator Fonte dell’infografica: Thinknum

Ma per sapere come si diventa creator è fondamentale in primo luogo capire bene chi sono i creator e cosa fanno.

A tale scopo possiamo definire i creator come dei creativi o degli artisti del web che esprimono la propria creatività attraverso la produzione di contenuti che possono essere video, fotografie, articoli di blog oppure altro.

Chiarito questo aspetto è bene capire inoltre, come la figura del creator non sia nettamente e necessariamente coincidente con quella dell’influencer, seppure queste due figure possono avere elementi comuni. I creator infatti, hanno la possibilità di emergere  grazie alla qualità dei  contenuti che producono a prescindere dai  fan che hanno sui loro canali social.

A contraddistinguere  i creator c’è in primo luogo la passione che questi hanno e che può essere nei confronti di qualsiasi cosa, che usano come mezzo e ispirazione per la creazione dei propri contenuti. Sarà partendo da questa passione, che si potrà capire quali sono i tipi di contenuti più idonei da produrre in base a questa e sarà di conseguenza possibile scegliere la piattaforma ideale per la pubblicazione, ovvero quella che per le sue peculiarità risulta essere la adatta alla condivisione della propria tipologia di contenuti.

Al contrario gli influencer rappresentano figure influenti in una precisa nicchia di mercato, ovvero quella di cui fanno parte i fan che li seguono sui canali social, che si contraddistinguono per interessi precisi e legati ai tipi di contenuti di cui l’influencer tratta attraverso i suoi contenuti.

Queste figure quindi, a differenza dei creator che rappresentano specialmente un modo per ottenere nuovi contenuti creativi e coinvolgenti per i propri consumatori, rappresentano invece un canale di distribuzione dove il brand espone ad un pubblico più vasto e sicuramente interessato i propri prodotti o servizi, attraverso le collaborazioni sponsorizzate fatte con gli influencer.

Saper comprendere le differenze tra le due figure è molto importante, sia nell’ottica di chi desidera diventare un creator, sia per le aziende che devono decidere se per la loro strategia di marketing sarebbe meglio collaborare con un content creator oppure con un influencer.

Come monetizzare con la creator economy

Ci sono tanti modi di monetizzare con la creator economy che variano in base ai propri contenuti e alla piattaforma che si sceglierà di usare e possono continuare ad essere ancora diversi anche in base alla propria nicchia di riferimento. Le diverse nicchie esistenti infatti permettono ai creator di differenziare sempre di più  la loro monetizzazione.

Un esempio sono gli abbonamenti che è possibile proporre ad una parte di fan che desidera contenuti esclusivi ed è quindi disposta a pagarli, a differenza di un’altra percentuale di fan che si accontenta dei contenuti free condivisi con tutti. In molti casi però, le sponsorizzazioni rappresentano una grande fetta del guadagno. 

Per il report ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing) in Italia ci sono una media di oltre 20.000 post sponsorizzati al mese, che tradotto a livello di monetizzazione per UPA tocca 272 milioni di euro.

Inoltre a monetizzare grazie alla creator economy è bene evidenziare come non siano solo i creator, ma anche tutte le figure che girano intorno a questi. Infatti mentre possiamo contare 350 mila creator in Italia, si arriva a un numero di 450 mila aggiungendo le figure a questi collegate e che tramite loro percepiscono un reddito.

Alcuni dei modi che hanno i creatori per guadagnare online possono essere:

  • live streaming
  • podcasting
  • Amazon Publishing
  • eBay
  • Etsy
  • Tumblr
  • WordPress
  • Twitch
  • Mixer
  • Instagram
  • YouTube
  • TikTok
  • Pinterest
  • WordPress
  • Udemy

Come guadagnano i creator

Unitamente ai mezzi attraverso cui è possibile creare un guadagno con i contenuti fin qui citati, alcune delle strategie di monetizzazione attraverso cui è possibile creare un guadagno per i creator includono:

  • le commissioni sugli investimenti pubblicitari
  • la sponsorizzazione dei contenuti direttamente dai brand
  • il product placement
  • le mance e i tips ricevute dai fan
  • gli abbonamenti a pagamento per contenuti riservati
  • la vendita di contenuti digitali
  • il direct selling di prodotti fisici
  • gli eventi virtuali e dal vivo a pagamento
  • gli incontri dedicati con VIP e celebrità
  • l’ingresso in fan club esclusivi 

Ma nuove opzioni di monetizzazione sono sempre pronte ad apparire in un mondo, quello online, dalle potenzialità illimitate e dove l’impegno per sostenere i creator è continuamente profuso da parte delle piattaforme social.

Alcuni esempi sono TikTok, una delle prime piattaforme a focalizzarsi sui creators che ha istituito a marzo 2021 il Fondo TikTok per Creator, riservato a chi ha ottenuto almeno 100.000 visualizzazioni ai propri video negli ultimi 30 giorni o il fondo aperto da Facebook di recente, a luglio 2021 e grazie al quale ha messo a disposizione dei creator 1 miliardo di dollari che sarà distribuito entro il 2022 ai migliori creator.

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Anche Instagram ha annunciato una nuova funzionalità attraverso cui consente ai suoi membri di trarre profitto grazie ad una commissione in denaro per ogni vendita che questi generano suggerendo prodotti ai fan ed è in procinto permettere ai creator la condivisione di storie esclusive che saranno visibili solo dopo un pagamento.

Altre modalità di guadagno sono state sviluppate da Clubhouse con il lancio di Payments, uno strumento attraverso cui un esclusivo gruppo di creator, può ricevere pagamenti inviati dagli utenti. Come affermato da Paul Davison, co-fondatore di Clubhouse “Fin dai primi giorni di vita la nostra startup si è posta come missione quella di mettere i creator in una situazione di privilegio. L’obiettivo, con la nascita di Payments, è aiutare a guadagnare chi fa crescere e prosperare la piattaforma”.

Anche  Twitter si aggiunge alle fila delle piattaforme social su cui sono stati sviluppati nuove forme di guadagno per i creator, attraverso lo sviluppo di tip-jar (barattolo delle mance), una feature che consente di effettuare donazioni in denaro ai profili seguiti e rispetto alle quali Twitter non trattiene alcuna percentuale o con l’avvio di Super Follows, un mezzo attraverso cui i creator possono condividere contenuti esclusivi con i propri utenti tramite il pagamento di un abbonamento.

Ma le modalità di guadagno dei creator sono in continua evoluzione. Come spiega Matteo Pogliani, fondatore di ONIM, l’ Osservatorio Nazionale sull’Influencer Marketing «oggi sono i creator a delineare le caratteristiche dei canali, i trend e persino a modificare la user experience. Basti pensare all’affermarsi di canali sempre più creator-oriented come TikTok e Twitch o all’arrivo dei paywall come Patreon o Onlyfans, piattaforme che permettono ai creator di trovare fonti dirette di remunerazione senza dipendere dalle collaborazioni con i brand, fondamentali ma non più totalizzanti».

 «Il ruolo che molti di questi creator hanno sulla loro fanbase aumenta ulteriormente le occasioni di monetizzare tra prodotti e merchandising, capsule collection e presenze in media diversi come la tv. Un cortocircuito che la pandemia ha accelerato», conclude Pogliani.

Quanto guadagnano i creator

È difficile dare dei numeri precisi, poiché le potenzialità di guadagno sono variabili e differiscono in base a diversi elementi, ma ​​possiamo affermare che non esista una correlazione definita tra il conteggio dei follower e il reddito ottenibile.

Per farsi un’idea di guadagno basti pensare che sarebbe sufficiente avere 1000 fan abbonati ai propri contenuti ad un costo di 100,00 dollari l’anno per poter avere un introito annuale di 10.000 dollari frutto solo delle proprie capacità creative.

Secondo Kevin Kelly, studioso di cultura digitale e cofondatore della rivista Wired infatti, hai bisogno solo di 1.000 veri fan per guadagnarti da vivere come artigiano, musicista, designer, fotografo o scrittore.

Non c’è quindi la necessità di avere milioni di fan per avere il successo desiderato. Ad essere importante quindi non è la quantità ma la qualità dei fan in riferimento al loro grado di fiducia.

Come i social media attirano i creator

La diffusione dei social e il grande utilizzo che è stato registrato durante l’anno della pandemia, fanno sì che le piattaforme social si stiano trasformando sempre di più in piattaforme per creator, mettendo loro a disposizione più strumenti. 

È facile dunque intuire come i social media attirano i creator facilmente in questo modo, poiché assecondano l’esigenza che i creator hanno di monetizzare le proprie creazioni e permettono loro di diversificare il proprio business.

Inoltre molte piattaforme social hanno optato per far scegliere ai creator la modalità con cui monetizzare la propria attività, dando così una spinta ai contenuti sponsorizzati tramite aziende specializzate per mediare gli accordi tra i brand e gli influencer, a differenza di quelle che hanno scelto invece di condividere le entrate con i creator. Tutte ottime ragioni queste per attirare i creator verso l’uso di queste piattaforme.

Come spiega Matteo Pogliani, fondatore di ONIM, l’ Osservatorio Nazionale sull’Influencer Marketing, «Il contenuto è da sempre elemento essenziale di Internet e dei social, principale strumento per attirare l’attenzione, creare dialogo e relazioni. Questa rilevanza ha dato crescente peso a chi questi contenuti li produce, facendoli diventare veri e propri riferimenti per network più ampi. Una crescita di percezione che oggi li ha resi molto più che semplici creatori, ovvero figure capaci di muovere all’azione, di condizionare. Se a ciò aggiungiamo l’evoluzione delle piattaforme, l’immunità degli utenti alle comunicazioni commerciali e la spinta verso la polarizzazione utilità-intrattenimento è facile capire perché oggi si viva una sorta di era del creator».

Gli strumenti per i creator

Gli strumenti per i creator messi a disposizione dalle diverse piattaforme online su cui i creator possono contare per lo sviluppo dei propri contenuti sono veramente molti e sono legati a:

  • editing di foto
  • editing di audio
  • editing di video
  • progettazione
  • sviluppo
  • ispirazione
  • formazione

Anche chi è alle prime armi infatti ha modo di imparare spesso facilmente come iniziare a creare contenuti grazie alle molte risorse online messe a disposizione anche dalle stesse piattaforme, al fine di facilitare e incentivare l’uso delle stesse.

Un esempio degli strumenti offerti da Instagram sono ad esempio:

  • le inserzioni nei reels 
  • i badge
  • i codici QR
  • la dashboard per i professionisti
  • le guide
  • shopping su IGTV, live, storie e reels
  • instagram shop

Riguardo a tali strumenti per i content creator, Mark Zuckerberg con un post su Facebook, ha annunciato che questi resteranno gratuiti su tutte le piattaforme di cui è proprietario fino al 2023 e nel momento in cui saranno a pagamento sarà comunque un costo inferiore a quello richiesto da Apple.

Zuckerberg scrive: “Per aiutare più creatori a guadagnarsi da vivere sulle nostre piattaforme, terremo eventi online pagati, abbonamenti dei fan, badge e i nostri prossimi prodotti indipendenti gratuiti per i creator fino al 2023. E quando introdurremo una condivisione dei ricavi, sarà meno del 30% che Apple e altri prendono.“

Inoltre, in un commento il CEO di Facebook aggiunge: “Lanceremo anche un’interfaccia per i pagamenti cosicché che i creator possano vedere come le tassazioni e le percentuali richieste dalle varie compagnie impattano i loro guadagni. E molto altro sta per arrivare presto”.

Conclusioni

«Alla fine tutti noi entreremo a far parte dell’economia dei creator». Queste sono le parole di  Naval Ravikant, uno dei più noti investitori al mondo, presidente ed ex CEO di AngelList, piattaforma per startup e business angel che rappresenta il termometro dell’innovazione statunitense.

Se queste parole sono profetiche o no solo il futuro saprà svelarcelo, certo è però, che in questo ultimo anno, anche a causa dell’accelerazione impressa dal Covid-19 alla digitalizzazione, la Creator Economy ha fatto passi da gigante con una dimensione di mercato stimata di  104,2 miliardi di dollari (a partire da maggio 2021) rappresentando una grande opportunità per creare un reddito grazie unicamente alle proprie passioni, una prospettiva a cui per molto tempo in pochissime persone potevano ambire.

Il lavoro di creator professionista infatti è oggi uno dei più richiesti ed il numero delle persone che si occupa di questa attività è diventato tale da sostenere un intero ecosistema di startup che si è venuto a creare per trasformare la loro passione in una professione.

E ad alimentare questa tendenza in continua ci sono i social network che sviluppando continuamente tante nuove funzionalità e strumenti appositamente per i creator permettendo loro di creare un business sempre più slegato dall’advertising

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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