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Cos’è il Quiet Quitting, la nuova fase delle Grandi Dimissioni

Cos’è il Quiet Quitting? È la nuova tendenza che interessa il mondo del lavoro, soprattutto fra i giovani della Gen Z: si tratta della decisione di non andare oltre le proprie mansioni minime, rifiutandosi, per esempio, di rispondere alle email dopo l’orario di lavoro o nel fine settimana, oppure di accettare straordinari e incarichi che esulano dalla normale attività quotidiana.

Cosa c’è da sapere sul Quiet Quitting

Il trend è diventato popolarissimo grazie a TikTok, la piattaforma di intrattenimento social più utilizzata dalla generazione Z: Zaid Khan, 24 anni, ingegnere di New York, ha reso popolare questa tendenza con il suo video virale a luglio ed è lui stesso a definire il fenomeno con queste parole: “Si continua a svolgere i propri compiti, ma non si aderisce più alla cultura della competizione verso se stessi e gli altri, secondo la quale il lavoro deve essere la nostra vita“, dice Khan nel suo video. “Il tuo valore come persona non è definito dal tuo lavoro“.

@zaidleppelin On quiet quitting #workreform ♬ original sound – ruby

Il nuovo approccio al mondo del lavoro, partito come spesso accade dagli Stati Uniti, è chiaramente una risposta alla cosiddetta cultura dell’hustle, il lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7, reso popolare da personaggi come Gary Vaynerchuk.

Il quiet quitting è un antidoto alla cultura della competizione“, ha dichiarato Nadia De Ala, fondatrice di Real You Leadership, che ha “lasciato silenziosamente” il suo lavoro circa cinque anni fa. “È quasi una forma di resistenza diretta e di protesta verso l’hustle culture. E credo sia entusiasmante che sempre più persone lo facciano“.

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Perché parliamo di Quiet Quitting

L’anno scorso, le Grandi Dimissioni hanno dominato il ciclo delle notizie economiche. Ora, nella seconda metà del 2022, è la tendenza alle dimissioni silenziose a guadagnare slancio, in un momento in cui il tasso di produttività degli Stati Uniti desta qualche preoccupazione.

I dati sulla produttività dei lavoratori statunitensi hanno infatti registrato il maggior calo annuale nel secondo trimestre.

Secondo Jaya Dass, direttore generale di Randstad per Singapore e Malesia, il quiet quitting è un “impatto residuo” del Covid-19 e delle Grandi Dimissioni, in cui i dipendenti si sono sentiti autorizzati a riprendere il controllo della propria vita lavorativa e personale.

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Quella che prima era una sfida passiva e aggressiva all’equilibrio tra lavoro e vita privata ora sta diventando una richiesta molto diretta“, ha detto.

Kelsey Wat, career coach, è d’accordo e ha detto che le “dimissioni silenziose” sono ora un modo per i lavoratori di “attaccare” le aziende che li vedono “come un altro ingranaggio della macchina”.

Se il fenomeno de Le Grandi Dimissioni prevedeva una pubblicizzazione dell’abbandono del posto di lavoro, soprattutto sui social, generando apprezzamento e sostegno all’eroe in grado di abbandonare le condizioni di lavoro che non riteneva soddisfacenti, il quiet quitting vira verso un comportamento più passivo, in grado di generare un sollievo immediato sulla vita del lavoratore e sui suoi ritmi che rischia, però, di minare a lungo termine la produttività delle aziende.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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