Mentre ChatGPT, Bing, Bard, MidJourney conquistano i principali titoli di giornale grazie alla presenza sempre più preponderante nella nostra vita quotidiana, i marketer stanno imparando a comprendere l’enorme importanza dell’intelligenza artificiale per la propria Content Strategy.
L’avvento di questi strumenti ha reso molto più accessibile il marketing, automatizzando processi complessi che spesso richiedevano competenze molto elevate e decisamente frammentate.
Sempre più persone si rivolgono a tool come ChatGPT per fare ricerche con risposte ancora più dettagliate. Le esigenze stanno cambiando e anche gli strumenti, ecco come utilizzare l’intelligenza artificiale per semplificare la ricerca dei contenuti.
I tre principali limiti dell’intelligenza artificiale
Prima di utilizzare l’IA per la tua content strategy è necessario ricordare gli aspetti negativi e i limiti di questi strumenti.
1. L’AI non può comprendere l’intento di ricerca
Le risposte che offrono gli algoritmi stanno diventando sempre più precise rispetto alla ricerca del pubblico, tuttavia non riescono ancora a capire l’intento vero e proprio.
Un esempio pratico: cosa sta cercando un utente se scrive “rosa”? Si riferisce al colore, al fiore o al nome di una persona? Google non riuscirebbe a capirlo e non potrebbe chiedere di chiarire il concetto, per questo offrirebbe l’ipotesi migliore e, qualora non corrispondesse all’esigenza dell’utente, quest’ultimo sarebbe costretto a perfezionare la ricerca. L’AI non può sapere esattamente cosa vuole una persona nel momento in cui sta cercando qualcosa.
2. Con l’intelligenza artificiale le sfumature svaniscono
Le macchine fanno fatica a comprendere le sfumature ed è per questo che comunicano semplificando i messaggi senza dargli altre accezioni. Questo accade perché apprendono informazioni da fonti online e non riescono ad analizzare situazioni complesse da più obiettivi.
3. L’intelligenza artificiale diffonde pregiudizi e disinformazione
Uno dei problemi più rischiosi dell’intelligenza artificiale è che non è in grado di distinguere le notizie false e di restituire informazioni accurate e veritiere.
Chiaramente i programmi sono addestrati dalle persone e questo fa sì che non siano libere da bias e da pregiudizi. Qualche mese fa TBWA Italia insieme a Wired hanno creato una campagna di denuncia rispetto agli stereotipi che contaminano le intelligenze artificiali. Analizzando le ricerche di MidJourney si è scoperto che le immagini realizzate erano condizionate dai bias umani.
Ecco che inserendo la parola inglese “manager”, le immagini rilasciate da MidJourney erano tutte di uomini cis gender bianchi, in giacca e cravatta.
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5 consigli su come usare l’intelligenza artificiale per i tuoi contenuti
Sempre più brand hanno iniziato ad utilizzare l’IA per realizzare campagne pubblicitarie. Una su tutte Coca Cola, che ha fatto ricorso, in uno dei suoi ultimi spot, all’intelligenza artificiale, riducendo i costi e realizzando ads più creative.
1. Ottimizza i contenuti affinché vengano trovati
L’esperienza dell’utente viene ottimizzata il più possibile per fargli rintracciare i contenuti più rilevanti per i suoi interessi. Per questo motivo è fondamentale aiutare gli algoritmi a scoprire i contenuti del tuo brand usando formati creativi e compatibili e catturando l’attenzione del pubblico con elementi visivi e ganci narrativi. Devi stare sempre dalla parte della tua audience per essere apprezzato e seguito.
2. Il tuo pubblico è sempre al primo posto
BMW ha utilizzato l’intelligenza artificiale per analizzare milioni di dati e realizzare analisi predittive degli utenti al fine di migliorare il design della macchina.
Estrarre informazioni ti permette di conoscere attentamente il tuo pubblico e di poter realizzare contenuti costruiti sulle loro esigenze. Per esempio, grazie a Google Analytics, agli insights dei social, ai database del CRM è possibile fare uno studio attento del proprio target per poter creare la migliore content strategy.
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3. Usa l’integrità giornalistica
La mancanza di controllo delle informazioni prodotte dall’intelligenza artificiale produce la necessità di fare tutto ciò che è necessario per non incorrere in errori. Ecco perché è necessario:
- fare più verifiche delle fonti, citandole
- supportare i dati con i pareri degli esperti
- aggiungere la data di pubblicazione degli articoli affinché sia sempre circoscrivibile ad un periodo
- trattare argomenti con i dovuti approfondimenti
- affrontare un tema sempre da più punti di vista e angolazioni
4. Pensa a contenuti sempre attuali
Creare contenuti evergreen permette di ottimizzare tempo ma anche di garantirsi un posizionamento nella ricerca degli utenti. Inoltre, un post ben fatto può trasformarsi in un podcast, in un articolo di blog, in una newsletter, in un video, permettendogli così di avere una durata molto più lunga e una resa molto più alta.
5. Rispetta il tuo brand
L’intelligenza artificiale può aiutarti a trovare spunti creativi, informazioni utili, dati a supporto, ma non dimenticarti mai del tono di voce del tuo brand, del suo punto d’attacco, dei suoi valori. Ricordati che è la tua azienda che parla alla sua comunità. Non far parlare un’intelligenza artificiale ma le persone che rappresentano il tuo brand.
L’intelligenza artificiale può essere un’ottima alleata per trovare spunti nuovi ed interessanti, oltre a risparmiare tantissime ore attraverso l’automazione di processi ripetitivi e a conoscere il nostro pubblico ad un livello più profondo.
Non dobbiamo essere spaventati dall’AI ma dobbiamo allearci con l’unica ambizione di produrre il miglior contenuto possibile per il nostro pubblico.
Source: http://www.ninjamarketing.it/