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Midjourney banna le immagini fake: il caso Justin Brown

Midjourney banna le fake images di Justin Brown.

L’artista statunitense, creatore delle immagini incriminate, che ritraggono politici in situazioni compromettenti, si difende dalle accuse dichiarando la sua volontà di combattere l’AI generativa usata in modo irresponsabile e potenzialmente nociva. Le immagini in questione fanno parte della serie intitolata dallo stesso Brown ‘L’AI rivoluzionerà l’industria del ricatto‘.

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L’intento, che probabilmente non è stato colto da Midjourney, a detta di Brown, era di dimostrare quanto fosse facile con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, promuovere la diffusione di fake news e, quindi, ricattare le persone con immagini del tutto false.

In questa querelle ideologica la nota piattaforma ha preso una posizione netta e ha deciso di bloccare l’account dell’artista.

Episodio che fa riflettere sui risvolti etici dell’utilizzo dell’AI, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali americane previste per il 2024.

Scopriamo insieme perché Midjourney banna le fake images e il caso di Justin Brown.

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Midjourney banna le fake images: il caso di Justin Brown

I fake creati da Brown su Midjourney hanno come protagoniste diverse figure politiche, tra cui alcuni candidati alle presidenziali USA del 2024.

Joe Biden è sul podio insieme all’ex Presidente Donald Trump, l’ex governatore del New Jersey, Chris Christie e il governatore della Florida, Ron DeSantis.

In queste immagini, create ad arte, i politici statunitensi sono stati ritratti in scene piccanti: l’artista, infatti, tenta di cogliere in flagrante, in una versione del tutto immaginaria, le personalità più in vista del Paese.

Un atto che è stato considerato pericoloso da Midjourney poiché hanno il potenziale effetto di minare l’onore dei candidati alle elezioni. Un gesto considerato esecrabile poiché dannoso per la democrazia americana e per tutte le democrazie del mondo.

Midjourney banna le fake images di Justin Brown solo dopo che lo stesso ha pubblicato le foto incriminate su siti terzi – Reddit e Twitter – tenuto conto della natura delle due piattaforme e l’ampia portata di veicolazione delle immagini.

Midjourney banna le fake images: il ban non evita la diffusione delle immagini incriminate

Nonostante Midjourney sia corsa ai ripari contro l’azione lesiva di Brown le immagini circolano ancora sul web. Il ban, infatti, evita che lo stesso account possa generare immagini ma non impedisce la diffusione di quelle già create.

Lo stesso Brown sottolinea, in un intervista a PetaPixel, come “la serie ha guadagnato visibilità su Reddit sebbene sia stata rimossa, qualche istante dopo la notizia del divieto inflitto da Midjourney”.

Azione che ha dell’incredibile per l’autore del gesto controverso che, a suo dire, dovrebbe invero invitare alla riflessione sul tema delle fake news. Brown afferma, infatti, che in passato è stato oggetto di richieste di blocco per parole offensive e figure controverse ma che mai era stato bandito per la sua creatività.

Midjourney banna le fake images: la rivoluzione di Brown contro l’AI

Nel racconto che Brown fa a PetaPixel emerge con forza la sua avversione contro l’uso ‘sconsiderato’ dell’AI generativa. L’obiettivo dell’artista, come ha più volte dichiarato, è di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disinformazione alimentata dall’intelligenza artificiale.

L’equazione per Brown è semplice: «Se usata con intelligenza e intenzione, l’IA può essere un’arma».

Questo è il thread che ha diffuso via Twitter il giorno della notizia del ban di Midjourney.

«Le immagini o i video dell’IA – prosegue Brown – usati al momento giusto potrebbero far crollare il mercato, provocare una rivolta o far entrare qualcuno in una pizzeria con una pistola».

E se è vero, come sostiene, che il suo era un tentativo ecumenico di evangelizzazione delle masse, le immagini dovevano esattamente rappresentare una minaccia. L’unico modo per riuscire nell’esperimento era di concentrarsi su uomini di potere inseriti in contesti compromettenti.

Justin Brown bannato da Midjourney apre dibattiti e polemiche

L’artista via Twitter afferma che le foto non dovevano essere di qualità eccelsa per essere credibili. Come dimostrano le stesse foto incriminate, infatti, le figure influenti sono ritratte in scenari sfocati.

In questo modo Brown rivendica la credibilità sottesa a immagini del tutto false e prive di fondamento.

Joe Biden tradisce la moglie: fake imagesJoe Biden tradisce la moglie: fake images

Ed è per questo che lo stesso, polemizzando, afferma che avrebbe preferito non essere bandito e riconosce, al contempo, la necessità di responsabilizzare quanti sono pronti a produrre contenuti malevoli attraverso l’AI generativa.

La polemica di Brown non si ferma qui: l’artista afferma con disappunto che le immagini sono state rimosse dopo mesi, troppo tardi rispetto al crollo di credibilità che avrebbe potuto coinvolgere i soggetti ritratti nelle fake images.

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Quali sono gli scenari dell’AI generativa e quali le possibili implicazioni?

Un’applicazione affascinante ma al contempo controversa quella dell’AI generativa. Tema che ha fatto e farà discutere soprattutto in merito alle implicazioni etiche e ai possibili danni dell’arte digitale.

Un caso che ha fatto discutere, infatti, è quello relativo alla creazione di immagini realistiche di vecchi personaggi famosi deceduti per capire come sarebbero oggi se fossero in vita.

L’utilizzo di queste immagini, senza il consenso del defunto, appare irrispettoso per alcuni mentre, per altri, può essere un modo degno di onorare l’eredità di questi personaggi noti.

L’irriverenza di Brown, oggi, fa discutere sull’uso di immagini per scopi politici nonché sugli scopi commerciali, magari attraverso l’uso di immagini di personaggi ormai defunti che sponsorizzino prodotti. Scenari del tutto plausibili.

Immagine fake del tradimento di Donald Trump generata con Midjourney da Justin BrownImmagine fake del tradimento di Donald Trump generata con Midjourney da Justin Brown

Non è un caso, infatti, che dopo il caso Brown molti Paesi abbiano deciso di discutere sulla possibilità di varare leggi e regolamenti sull’etichettature di foto prodotte attraverso l’intelligenza artificiale. E non è scontato che proprio il Vaticano, per primo, abbia di recente pubblicato un manuale sull’etica dell’IA.

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Source: http://www.ninjamarketing.it/

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