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Settimana lavorativa di 4 giorni: i vantaggi per i lavoratori e la situazione in Italia

L’idea di una settimana lavorativa di 4 giorni si sta facendo sempre più largo nell’opinione pubblica. Un trend da considerare come una vera e propria svolta lavorativa che potrebbe portare ad un cambiamento epocale a livello culturale e sociale.

Accorciare la settimana lavorativa potrebbe, infatti, comportare una modifica sull’assetto della mobilità urbana, una riorganizzazione dei tempi personali e, non ultimo, un’influenza sul settore del turismo, considerando la possibilità di un giorno libero in più.

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I dati di 4 Days Week Global

Il più grande test sul tema realizzato fino ad ora è quello curato dall’ente no-profit 4 Days Week Global, con la partecipazione dell’Università di Cambridge, dell’Università di Oxford e del Boston College.

Per 6 mesi, da gennaio a giugno 2022, 61 aziende dislocate tra Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Irlanda e Nuova Zelanda, hanno partecipato al programma pilota. Il progetto prevedeva una settimana lavorativa di 4 giorni, per un totale di 34 ore settimanali di lavoro, mantenendo lo stesso livello di retribuzione.

“Un successo clamoroso praticamente in ogni dimensione” si legge nel report del progetto.

Il 92% delle aziende partecipanti ha affermato che continuerà ad utilizzare la nuova formula organizzativa nella propria settimana di lavoro. 1/4 delle aziende ha determinato come “nuovo” giorno di riposo il lunedì o il venerdì, il 25% invece ha dichiarato di assegnare un giorno diverso ai dipendenti, mentre le restanti hanno dichiarato di non aver individuato un giorno determinato ma che esso viene cambiato periodicamente.

“Questo è un importante momento di svolta per chi si batte per una settimana lavorativa di 4 giorni” ha aggiunto Joe Ryle, direttore della campagna. “In un’ampia varietà di settori dell’economia – continua – questi incredibili risultati dimostrano che la settimana di 4 giorni senza variazioni di stipendio funziona davvero”.

Le aziende partecipanti si sono mostrate soddisfatte dell’esperienza: le entrate sono aumentate, i giorni di malattia e assenteismo sono diminuiti, le dimissioni sono in calo. Dal canto loro, anche i dipendenti si mostrano entusiasti, per il proprio benessere e per quello climatico. Recarsi meno al lavoro avrà infatti un impatto minore sull’ambiente.

Diminuzione dello stress

Tra i 2900 lavoratori che hanno preso parte al programma pilota, è emerso che sono diminuiti i livelli di stress, ansia ed esaurimento legati al lavoro, grazie alla realizzazione di un migliore equilibrio tra sfera privata e professionale.

settimana lavorativa 4 giorni meno stresssettimana lavorativa 4 giorni meno stress

Lo stress, causato dal rilascio di cortisolo da parte degli ormoni, alla lunga può causare problemi fisici e mentali da non ignorare. Di fronte ad una situazione stressante, il fisico reagisce con un meccanismo di “lotta o fuga dal corpo”, provocando una reazione, dall’aumento del battito cardiaco, alla difficoltà di respiro, eccessiva sudorazione e tensione muscolare.

“Se all’improvviso hai avuto un giorno della settimana in più, beh, invece di 5 giorni di cortisolo elevato, hai solo 4 giorni di cortisolo elevato. Questo potrebbe certamente spiegare perché le persone sperimentano una diminuzione del burnout e un miglioramento dell’umore” ha sottolineato Alex Korb, neuroscienziato dell’Università della California.

Lo studio ha dimostrato che il livello dello stress subisce un calo da 3,07 a 2,74 con il nuovo modello organizzativo del lavoro. Il 71% dei lavoratori ha, infatti, dichiarato di avvertire una diminuzione del fenomeno del burnout e il 39% di sentirsi meno stressato, e di non percepire più il tipico “terrore della domenica”, al pensiero di iniziare la nuova settimana di lavoro.

Il tempo guadagnato da un orario lavorativo inferiore viene speso in attività che favoriscono il benessere mentale dell’individuo, con la famiglia, gli amici, dedicandosi a degli hobby o alle faccende domestiche, che vengono svolte con più tranquillità. Philip Gehrman, psicologo dell’Università della Pennsylvania, ha specificato che “per quanto il lavoro possa essere gratificante e appagante, è anche stressante e richiede tempo che vorremmo dedicare ad altre cose. Quindi mi sembra logico che lavorare meno ore sia associato a una serie di miglioramenti”.

Migliore qualità del sonno

Il rapporto 2016 di Centers for disease control and prevention, evidenzia che 1/3 degli americani ha difficoltà a dormire.

settimana lavorativa 4 giorni migliore sonnosettimana lavorativa 4 giorni migliore sonno

La qualità del sonno è fondamentale per avere una buona concentrazione durante la giornata, che si esprime in una maggiore efficienza.

“Una delle prime cose che esce dalla finestra quando le persone sono stressate è il loro sonno” specifica Philip Gehrmann, direttore del laboratorio di neurobiologia e psicopatologia del sonno presso l’Università della Pennsylvania. “Quando le persone – prosegue – dormono abbastanza bene durante la settimana e dormono fino a tardi nel fine settimana, quei due giorni di sonno non sono sufficienti per eliminare gli effetti di 5 giorni di sonno inadeguato. Ma 3 notti di recupero su 4 notti di perdita del sonno sono decisamente migliori”.

Il 40% dei partecipanti ha dichiarato di aver avuto meno episodi di insonnia e di problemi legati al sonno, nel periodo di riferimento. Ciò ha consentito di riscontrare un livello di fatica minore con conseguente migliore facilità di concentrazione sul posto di lavoro; il 45% ha dichiarato di non aver trovato significativi cambiamenti del sonno, mentre il 15% sostiene di aver visto aumentare i problemi legati al sonno.

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I vantaggi per l’azienda

L’idea di lavorare un giorno in meno alla settimana, potrebbe avere un effetto positivo sul cervello dei lavoratori, spingendoli a lavorare in modo più efficiente. La ricerca ha infatti mostrato che si migliorano gli sforzi in vista di una scadenza.

Lo spiega il neuroscienziato Alex Korb, sostenendo che, di fronte ad un progetto difficile da portare a termine senza una scadenza, il lavoratore impiega, generalmente, più tempo. “Le persone non sono robot. La maggior parte delle volte non lavoriamo al massimo, probabilmente non è nemmeno possibile per le persone lavorare al massimo 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana”. In sostanza, meno tempo abbiamo a disposizione, più lavoriamo.

Solo il 13% dei partecipanti al progetto pilota, ha dichiarato di sentire un peso maggiore all’idea di dover portare a termine il lavoro settimanale in 4 giorni anziché 5.

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La ricerca ha inoltre dimostrato che, durante lo studio, un numero minori di dipendenti ha abbandonato il proprio impiego. Avvertire che l’azienda si preoccupa del tuo benessere psico-fisico tende a motivare il lavoratore a sviluppare un maggiore attaccamento all’azienda stessa.

“I dipendenti vedono il valore intrinseco nell’avere una settimana lavorativa di 4 giorni, e se all’improvviso sembra che l’azienda sia effettivamente interessata al mio benessere allora mi rende più motivato a voler lavorare per l’azienda” aggiunge Korb.

La situazione in Italia

Dagli ultimi dati pubblicati dall’Ocse emerge che l’Italia è uno dei Paesi UE in cui si lavora più ore a settimana. Esattamente, nel nostro Paese, si lavora 3 ore settimanali in più rispetto alla media europea di 30 ore totali.

L’Italia si trova tra le posizioni più basse anche per quanto riguarda la crescita produttiva, un dato che dunque fa riflettere sulla reale efficienza della settimana lavorativa di 40 ore suddivisa su 5 giorni.

Alcune aziende stanno provando ad introdurre la nuova organizzazione, come:

Carter&Benson, che prevede 32 ore settimanali, con parità retributiva, e possibilità per i dipendenti di spalmare a propria discrezione le ore sull’intera settimana; Awin Italia e Mondelez International che stanno sperimentando la settimana corta di 32 ore su 4 giorni lavorativi a parità di retribuzione; Intesa San Paolo sta lanciando la sperimentazione della settimana corta con 9 ore giornaliere, lasciando, per il momento, l’adesione dei dipendenti volontaria.

La vera sfida italiana, al momento, è però cercare di introdurre la settimana lavorativa di 4 giorni all’interno del quadro normativo nazionale. Un lavoro che spetta dunque al Governo e ai sindacati, per regolarizzare e tutelare una nuova forma organizzativa.

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Source: http://www.ninjamarketing.it/

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