Come un fulmine a ciel sereno una notizia inaspettata, alquanto surreale, ha completamento stravolto e monopolizzato la giornata di ieri. Meta avrebbe dichiarato che ha intenzione di non fornire più alcuni dei suoi servizi in Europa. Di cosa si tratta? Sono servizi che tutti noi utilizziamo minimo più di una volta al giorno: stiamo parlando di Facebook e Instagram.
La nostra prima reazione è stato un sonoro e incredulo “cosaaa?!?”, ma prima di precipitarci a darvi questa notizia, abbiamo preferito aspettare.
Abbiamo respirato un attimo, ci siamo informati per bene evitando di scrivere la blasonata e fuorviante notizia acchiappa click.
Oggi con calma, siamo qui per confermarvi che non è assolutamente vero che Meta vuole chiudere Facebook e Instagram in Europa.
Cerchiamo però di capire insieme cosa è successo in questi turbolenti giorni.
Meta ha minacciato di ritirare Facebook e Instagram dall’Europa: sta bluffando?
Meta, la società statunitense che controlla i social media Facebook e Instagram, ha minacciato di ritirare alcuni dei suoi più grandi servizi dall’Europa.
Il motivo? La solita disputa sulla condivisione dei dati. In un rapporto annuale presentato giovedì scorso alla Securities and Exchange Commission, Meta ha ammesso che probabilmente non sarà in grado di offrire alcuni dei prodotti e servizi più significativi, inclusi Facebook e Instagram, in tutta Europa se le sue piattaforme non saranno in grado di trasferire i dati dall’Europa agli Stati Uniti.
Lo sentite il panico?
Addio Facebook e Instagram in Europa. Le prime reazioni
Quello che abbiamo potuto notare è che tantissime persone si sono sentite quasi sollevate. Diversi i commenti a caldo di chi non vede l’ora di un blackout totale dei social media, e chi invece non ha creduto minimamente alla notizia, pensando addirittura a una bufala. Fatto sta che il succoso scoop è rimbalzato ovunque, e non solo sui social interessati.
Le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea sono bloccate da mesi nei negoziati con gli Stati Uniti per sostituire un patto di trasferimento dei dati su cui facevano affidamento migliaia di aziende, ma che è stato cancellato dalla Corte di giustizia dell’UE nel 2020 per paura che i dati dei cittadini non fossero al sicuro una volta inviati negli Stati Uniti.
Il punto di vista di Meta: uno stallo alla messicana
Secondo Meta la capacità di elaborare i dati degli utenti tra i Paesi è fondamentale per la sua attività sia operativamente che per il targeting degli annunci. Le leggi europee volte a proteggere la privacy degli utenti, mantenendone i dati all’interno della giurisdizione dell’UE, hanno invalidato i sistemi precedenti.
Quindi, poiché l’UE e gli Stati Uniti non sono stati in grado di raggiungere nuovi accordi sulla condivisione dei dati, Meta sta pensando che potrebbe dover abbandonare il continente europeo. Questa frase però è stata in un certo senso estrapolata da un intero comunicato è lanciata come una bomba scatenando un putiferio mediatico.
Cosa ne pensa l’Europa
Sebbene questa situazione possa comportare alcuni rischi per la società, l’idea che Meta potrebbe effettivamente chiudere Facebook e Instagram in Europa è un tantino esagerata. Gli europei costituiscono circa il 15% della base dei suoi utenti, e quindi rappresentano circa un quarto delle entrate dell’azienda.
E se molti hanno scritto che ormai l’irreparabile rottura è avvenuta, nemmeno 24 ore fa Meta ci ripensa, o meglio smentisce le voci e chiarisce la sua posizione su quella dichiarazione.
Lasciare l’Europa danneggerebbe enormemente la sua attività e sarebbe probabilmente l’ultima risorsa per l’azienda. Ha infatti affermato di non avere alcun desiderio e nessun piano di ritirarsi dall’Europa, ma che, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, anch’essa fa affidamento sui trasferimenti di dati tra l’UE e gli Stati Uniti in per operare in servizi globali.
In conclusione: pace fatta?
Come se non bastasse tutto questo trambusto non ha beneficiato agli affari. Giovedì scorso Meta ha subito un calo del 26% a causa dei timori sulle prospettive di Facebook, che hanno prodotto la più grande perdita di valore nella storia del mercato azionario. Lunedì poi le azioni sono scese fino al 4,5%.
La Commissione Europea ha affermato che i negoziati sul trasferimento dei dati con Washington si sono intensificati, ma richiedono tempo data anche la complessità delle questioni discusse e la necessità di trovare un equilibrio tra privacy e sicurezza nazionale.
E voi cosa fareste se i social media che tanto amiamo e odiamo sparissero davvero?
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