Se un utente X,Y o Z? Non è certo facile districarsi nell’alfabeto delle generazioni! Come si definisce un gruppo di persone “generazione”?
Per identificare e definire una generazione è fondamentale che un gruppo di individui, nato nello stesso arco temporale, abbia vissuto nel medesimo momento di vita uno o più eventi, tanto importanti da avere generato un comune sistema di valori e una stessa visione del futuro.
Un evento sociale, culturale, economico, politico, tecnologico, ambientale, talmente forte da riuscire a originare un nuovo pensiero, un nuovo mindset e un diverso approccio alle cose, rispetto alle generazioni precedenti.
Quando una generazione si forma, ha dei valori chiari e distintivi rispetto alle precedenti e per questo il nome che le viene dato è tanto importante, perché la caratterizza.
Come hanno avuto origine i nomi delle attuali generazioni esistenti?
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Baby Boomers
Anno: 1946-1964. Essendo un arco temporale abbastanza vasto, qualche esperto propone un’ulteriore distinzione all’interno della stessa generazione di Baby Boomers: gli edge Baby Boomer (cioè coloro che sono nati prima del 1955, e che quindi erano già maggiorenni durante la guerra del Vietnam) e i Late Baby Boomer (nati dopo il 1955). Questa distinzione non ha un semplice scopo tassonomico, ma è determinata da esperienze di vita, valori e opinioni completamente diverse.
Altri soprannomi: Me-Generation, Boomie, Boomer
Perchè si chiamano così? Baby boomer (dall’inglese “appartenente al boom dei bebè“), è un termine che contraddistingue una persona, di sesso maschile o di sesso femminile, nata durante il periodo dell’aumento demografico avvenuto in quegli anni.
I baby boomer sono anche la Me-Generation, radicata nella prosperità del dopoguerra. Questo termine incarna la cultura narcisistica che si era diffusa tra i giovani.
Eventi modellanti: L’ottimismo del secondo dopoguerra, l’assassinio di J. F. Kennedy e Martin Luther King, la guerra fredda, la guerra del Vietnam, il femminismo, la rivoluzione sessuale, le lotte per i diritti civili e il movimento hippie.
Tratti distintivi: Figli della Silent Generation, i Baby Boomer sono riusciti a crearsi un futuro: hanno trovato lavoro, comprato casa e messo su famiglia. Sono consapevoli che l’investimento di tempo sia necessario per raggiungere il successo e la ricchezza. Sono ottimisti, fiduciosi, ambiziosi e idealisti. Sono cresciuti in un’epoca di protesta sociale, ma credono nel sistema e soprattutto nelle opportunità offerte. I più “adulti” ora hanno circa 75 anni: molti di loro sono già in pensione, e si godono la ricchezza per cui hanno lavorato duramente per tutti questi anni.
Consumo di media: I baby boomer sono i maggiori consumatori di media tradizionali come televisione, radio, riviste e giornali. Nati ai tempi del sistema analogico, non hanno un rapporto fluido con il digitale, ma gli smartphone hanno offerto loro l’accesso alla rete. La tecnologia, infatti, gli permette di rimanere in contatto con i membri della famiglia e riconnettersi con i vecchi amici.
Motto: “Tutto è possibile” e “Se ti impegni ce la fai”
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Generazione X
Anno: 1965-1980
Altri soprannomi: Gen X, generazione “invisibile”, generazione “Latchkey”
Perchè si chiamano così? Il termine “generazione X” è stato coniato dallo scrittore canadese Douglas Coupland e riflette le caratteristiche indeterminate delle persone nate in questo arco temporale.
Si è parlato anche di “generazione invisibile”, ovvero priva di un’identità sociale definita:
“La sola analisi demografica mostra come quella «X» sia una generazione se non proprio schiacciata, quantomeno cresciuta all’ombra dei baby boomers la quale, essendo numericamente più consistente, ha finito per imporre – grazie anche a un significativo aumento della longevità – la propria visione del mondo e la propria centralità negli assetti di potere. La generazione X, insomma, sarebbe una generazione per certi versi ‘invisibile’, priva di un’identità sociale e culturale definita e costantemente esposta al rischio di subalternità rispetto alla precedente.” (Cassina, Filippini e Lazzarich).
Qualcuno ha definito questa generazione “Latchkey” (“generazione chiavistello”) per rappresentare la minore supervisione degli adulti verso i bambini, che spesso erano a casa da soli: ciò è stato il risultato dell’aumento dei tassi di lavoro e della maggior partecipazione delle donne alla forza lavoro.
Tra i membri della generazione X ci sono anche i cosiddetti ‘X-ennials’ (i più giovani della generazione X): sono i 30-40enni di oggi, che hanno imparato sulla loro pelle l’inutilità di avere attese rispetto alla carriera e al mondo futuro, e stanno formando i propri figli con la logica dell’apertura alle molteplici possibilità.
Eventi modellanti: La fine della guerra fredda, la caduta del muro di Berlino, il crollo del mercato azionario, l’AIDS, la sensazione di smarrimento tra le due grandi generazioni.
Tratti distintivi: Cresciuti sull’esempio della generazione precedente, si sono trovati nel mezzo di un passaggio epocale: la globalizzazione. Non ancora così cosmopoliti come le generazioni successive, hanno dovuto affrontare sfide a cui non erano del tutto preparati. I Gen X sono scettici e disillusi, ma anche pragmatici e aperti al cambiamento. Dimostrano, infatti, un’apertura mentale maggiore verso le “differenze” di genere, razza, sesso e sono i primi ad esser cresciuti con le nuove tecnologie.
Consumo dei media: La generazione X continua a sfruttare i media tradizionali: legge giornali, riviste, ascolta la radio e guarda la TV. Il loro rapporto con il digitale è conflittuale: lo usano con disinvoltura, ma spesso rinunciano ai vantaggi dell’iperconnessione, da cui a volte si sentono un pò minacciati.
Motto: “Lavorare per vivere” e “C’è crisi”
Millennials
Anno: 1981 – 1996
Altri soprannomi: Generation Y, Generation Next, Net Generation, Echo Boomers
Perchè si chiamano così? La generazione successiva alla Generazione X è stata chiamata naturalmente Generazione Y, Generation Next o Echo Boomers.
Il termine “Millennial” è ampiamente accreditato a Neil Howe, insieme a William Strauss. La coppia ha coniato il termine nel 1989 quando l’imminente svolta del millennio ha cominciato a caratterizzare pesantemente la coscienza culturale.
Questa generazione è anche stata definita da molti studiosi come la Net Generation (generazione della rete), dato che è cresciuta con le moderne tecnologie della comunicazione, ed Internet ne ha fortemente plasmato i modelli mentali.
I millennials devono anche fare i conti con un’etichetta scomoda” attribuitagli dal Time, agli inizi degli anni 2000, la “generazione me me me”: furono infatti definiti “pigri, superficiali, narcisisti, egocentrici e vanitosi”.
Eventi modellanti: l’esplosione tecnologica di Internet e dei social media
Tratti distintivi: Figli del nuovo millennio, sono la generazione più studiata e analizzata della storia. Si distinguono dalle generazioni precedenti per la maggior familiarità con i mezzi di comunicazione moderni e le tecnologie digitali. Tre sono le caratteristiche che li contraddistinguono: sono Connected (connessi in rete e a tutto il mondo), Confident (hanno una gran fiducia in se stessi, vogliono emergere e avere visibilità) e Open to Change (aperti ai cambiamenti). Curiosi, impazienti, intraprendenti e consapevoli del loro potenziale, amano informarsi e sono cultori della filosofia dello sharing.
Consumo dei media: I millennials sono i primi veri nativi digitali della storia. L’aumento delle tecnologie di comunicazione istantanea, rese possibili attraverso l’uso di internet, come e-mail, SMS e IM e i nuovi media utilizzati come YouTube, Facebook, MySpace e Twitter, ha portato le nuove generazioni a vivere una vita totalmente diversa rispetto ai propri genitori o a chi li ha preceduti. Sono multitasking e iperconnessi.
Motto: “Vivi tutto, sempre” e “Consumo, dunque sono”
Generazione Z
Anno: 1997-2012
Altri soprannomi: Zoomer, Post-millennials, iGeneration, Homeland Generation, True Gen
Perchè si chiamano così? I primi a dare una definizione della generazione Z furono William Strauss e Neil Howe, coniando il Homeland Generation. Con questa espressione si voleva descrivere una generazione nata e cresciuta all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, avvenuto l’11 settembre 2001: si credeva che, i giovani di allora, cresciuti in un clima di terrore, sarebbero stati meno propensi a scoprire il mondo e avrebbero trovato la casa un luogo più sicuro dove vivere.
In seguito, si è cercato di dare un termine più adatto a questa generazione, che li distinguesse dai precedenti: si optò per “Generazione Z” o “Gen Z”, dato che seguono la Generazione Y.
La gen Z è stata definita anche iGeneration (termine coniato dalla professoressa di psicologia Jean Twinge), per sottolineare il rapporto con il mondo hi tech: la loro attitudine all’iperconnessione e alle novità del momento. I membri della generazione Z sono stati anche spesso definiti Zoomer, un termine in contrasto con la precedente generazione dei Boomer.
La Generazione Z viene chiamata anche la “True Gen” ovvero la generazione della verità. Si tratta di una generazione alla ricerca di valori come l’autenticità, la libertà di espressione e la comprensione delle persone che la circondano.
Eventi modellanti: L’11 Settembre 2001, gli attacchi terroristici e la Crisi Economica.
Tratti distintivi: Nata in un mondo minacciato dal cambiamento climatico, dalla cronica mancanza di lavoro e di prospettive, la Generazione Z ha uno sguardo limpido e una resilienza sconosciuta alle generazioni precedenti. I membri di questa generazione sono affamati di imprenditorialità e perseguono la creazione del proprio impatto nella società e nel mondo degli affari.
I genZ sono per definizione “multi tasking”: sanno alternare lavoro, studio, gioco, intrattenimento tra mille distrazioni. Costretti a muoversi in un mondo che si muove velocemente, in un costante overflow informativo, sono cittadini e consumatori più attenti, consapevoli ed esigenti.
Secondo il report di OCstrategy, questa generazione è fortemente soggetta alle opinioni di amici e influencer. Ma le persone che compongono questa generazione hanno anche cura della loro identità e un forte desiderio di sentirsi unici, in particolare per quanto riguarda lo stile, gli hobby e la creatività.
La generazione Z, rispetto alle precedenti, è maggiormente preoccupata e coinvolta in questioni sociali come l’abbattimento delle diseguaglianze, i diritti umani, il benessere degli animali. Desidera essere coinvolta e protagonista in attività utili e filantropiche: aspira a cambiare il mondo e a fare la differenza!
Consumo di media: Gen Z è la prima generazione mobile first della storia, una generazione 2.0. Sono cresciuti in un mondo iperconnesso e lo smartphone è il loro mezzo di comunicazione preferito: amano chattare, videochiamare e invece delle parole utilizzano emoji. E’ una generazione che sa muoversi agilmente con la tecnologia, ma che purtroppo è esposta ai rischi e alle insidie della Rete come il cyberbullismo. Questo può portare a senso di inadeguatezza, difficoltà a relazionarsi e deficit dell’attenzione.
Motto: “Reinventiamo le basi” e “Lavora per vivere, non vivere per lavorare”
Generazione Alpha
Anno: 2012-2056
Altri soprannomi: Glass Generation, Gen Tech, Net Tech, Digital Natives
Perchè si chiamano così? Il termine generazione Alpha è stato coniato nel 2005 dal ricercatore sociale australiano Mark McCrindle, ed è il naturale proseguimento della generazione Z (che terminava le lettere dell’alfabeto)..
La generazione Alpha è anche detta “Generation Glass”, in quanto molti ragazzi di questa generazione crescono toccando schermi di vetro (smartphone e tablet dei genitori) per giocare, comunicare, imparare.
Eventi modellanti: La pandemia globale, i disastri climatici, la politica di Trump e la Brexit.
Tratti distintivi: La generazione Alpha è culturalmente immersa nella tecnologia, soprattutto in termini di iper-connessione e uso di sistemi Internet of Things. Il multitasking, con loro, trova una nuova definizione: sono rapidissimi nel cogliere le informazioni da qualsiasi media, cambiano schermo e supporto nel giro di pochi attimi, e si annoiano velocemente.
I Gen Alpha sono figli di genitori consapevoli ed hanno più probabilità di essere figli unici. La conseguenza di questo fenomeno sociale è una tendenza all’egocentrismo e al bisogno di immediata gratificazione, cosa a cui i genitori stessi li hanno abituati. Questi bambini, però, non hanno – o avranno sempre meno – insito il concetto di differenza di genere, tanto caro alla Generazione Z.
La pandemia ha stravolto la loro routine: hanno incontrato poco gli amici, sono andati a scuola a intermittenza e hanno dovuto abbandonare le attività sportive ed extra-domestiche. Tra gli aspetti positivi, però, c’è stata la possibilità di passare molto più tempo con la propria famiglia.
Consumo di media: Non hanno mai visto un mondo senza tecnologia e senza accesso a qualsiasi tipo di informazione: imparano ad usare un tablet o uno smartphone prima di camminare, a scattare e condividere le prima di parlare. Da bambini non passano ore in compagnia della TV, come le generazioni precedenti, ma il loro tempo è accompagnato da un amico invisibile, internet, che spesso viene integrato anche nei giocattoli (un esempio è Hello Barbie, che più che un gioco è un vero e proprio assistente vocale). Manifestano anche grande capacità di servirsi di piattaforme e linguaggi diversi: da Youtube a Tik Tok, da Twitch ad Alexa.
Motto: “Le avversità possono essere formidabili occasioni”
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