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Ambizione Italia: 3 milioni di digitalizzati entro il 2023 con Microsoft

Quando si parla di ambizione, Microsoft continua a fare scuola. Ma questa volta non ha niente a che vedere con l’epica sfida tra giganti dell’high tech.

Già dal 2018, la corporation ha avviato il progetto Ambizione Italia #DigitalRestart. Offrire a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 29 anni un’opportunità di formazione specifica sulle nuove tecnologie. Un piano quinquennale che si presenta ancor più adatto per la ripartenza post pandemia delle imprese italiane. Sotto forma di educazione alla cultura digitale e alle nuove tecnologie, ma non solo.

Oltre che formare il giovane tessuto sociale, Microsoft offre concreto supporto alle startup, formazione su scaleup e accelerazione d’impresa rivolta a grandi corporate, ricerca applicata. Con una forte attenzione sia alla dimensione locale sia a quella internazionale.

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Come si legge dal sito ufficiale di Microsoft Italia:

Ambizione Italia #DigitalRestart è il piano quinquennale di investimenti per l’Italia del valore di 1,5 miliardi di dollari annunciato lo scorso 8 maggio da Microsoft Italia. Un impegno concreto a supporto dell’innovazione e della crescita del Paese, che passa attraverso iniziative di formazione digitale, programmi per le imprese per incoraggiarne la trasformazione digitale, laboratori di Intelligenza Artificiale ed un impegno per la sostenibilità ambientale con la creazione di un ecosistema di open innovation sui temi green. Microsoft ha anche annunciato l’intento di avviare la prima Regione Data Center di Microsoft in Italia, a Milano, che permetterà alle aziende di ogni dimensione e settore di accedere a servizi cloud locali di livello enterprise con le massime garanzie di sicurezza.

Cosa prevede Ambizione Italia di Microsoft

L’attenzione è concentrata sulla formazione di circa 2 milioni di persone tra studenti, professionisti e disoccupati nel corso dei prossimi due anni. Un ammontare che si somma al milione già raggiunto dal 2018.

Ma dove è possibile aderire alla formazione di Microsoft Italia? Prima di tutto, i programmi educativi faranno leva su Microsoft Learn e il social network LinkedIn, per divulgare e far luce sulle competenze digitali richieste dal mercato del lavoro.

Per consolidare le nuove tecnologie quali alleati preziosi per ripensare le modalità di lavoro e i modelli di business, Microsoft ha annunciato la creazione di “AI Hub“. Centri esperienziali per aiutare le aziende ad utilizzare l’Intelligenza Artificiale.

Lo scopo è quello di promuovere la trasformazione digitale in cinque settori chiave (Made in Italy, manifatturiero, finanza, sanità e infrastrutture) con risorse messe a disposizione da Microsoft ai suoi partner e un’ampia rete di ricercatori tra cui le migliori università italiane, gli Innovation Center e le startup.

Il supporto alle aziende sarà fornito con specifici programmi dedicati alla diffusione di un nuovo modo di interagire e relazionarsi con le persone. Accompagnare le realtà economiche italiane nel percorso di Digital Transformation è l’imperativo categorico di Microsoft Italia.

LEGGI ANCHE: Microsoft presenta AI Hub, l’iniziativa parte del piano Ambizione Italia #DigitalRestart

PMI e Ambizione Italia, cosa fa Microsoft per il tessuto economico del Bel Paese?

Con l’obiettivo di promuovere la produttività e l’innovazione delle PMI italiane, Microsoft e alcuni partner selezionati hanno già ideato da tempo Alleanza per la Sostenibilità, una serie di programmi e soluzioni digitali dedicati a tutte le aziende italiane che vogliono adottare una nuova cultura del lavoro flessibile e innovativo.

In particolare, saranno avviate specifiche iniziative rivolte alle piccole e medie aziende con servizi in Cloud che coinvolgeranno circa 500.000 PMI e startup in Italia nei prossimi tre anni, anche grazie alla rete partner di Microsoft.

La multinational corporation e i suoi player locali selezionati, si sono posti l’obiettivo di offrire le giuste tecnologie per aiutare le organizzazioni pubbliche e private a creare nuove soluzioni a supporto della sostenibilità italiana.

B4i – Bocconi for Innovation, CDP – Cassa Depositi e Prestiti, Coop, Energy & Strategy, MIP – Politecnico di Milano, Flowe, growITup, Intesa Sanpaolo, Italgas e Snam sono le prime organizzazioni entrate a far parte del progetto di sviluppo di servizi e soluzioni green nei prossimi mesi.

È così che Alleanza per la Sostenibilità contribuirà al New Green Deal nazionale per favorire un ecosistema di open innovation e far fronte alle sfide climatiche e ambientali più urgenti. Se questo è il momento di rilanciare la produttività delle singole imprese e la stabilità economica dell’intero Paese, Microsoft Italia ha deciso di porsi come fanalino di testa nel cammino che porta a un futuro sostenibile.

Perché l’Italia ha bisogno di ambizioni digitali?

Insieme a capitale, risorse grezze e lavoro, la conoscenza è diventata il quarto fattore economico. Nel mondo digitalizzato e informatizzato – dove le sfide sono sempre più serrate e gli standard più elevati – il Capitale Umano è più che mai al centro del cambiamento.

Microsoft sa bene quanto sia necessario investire sul nuovo tessuto sociale per fare in modo che la formazione digitale sia parte integrante del bagaglio di abilità richieste per le professioni del futuro. Gli investimenti in Intelligenza artificiale in Europa sono progressivamente cresciuti negli ultimi dieci anni, con una particolare impennata nel 2017.

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Da report Artificial Intelligence in Europe, Microsoft – EY, 2019

Francia, Germania e Regno Unito sono i primi tre Paesi per volume di investimento in IA nel 2018 e coprono quasi la metà della spesa Ue. A seguire, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Polonia. Ma considerando il valore pro-capite degli investimenti IA, la situazione si ribalta. I Paesi del Nord Europa (Danimarca e Finlandia) e Irlanda spendono più di 35 euro pro-capite, a differenza di Francia e Germania che investono rispettivamente circa 23 e 18 euro pro-capite. L’Italia addirittura spende poco più di 11 euro pro-capite.

Sono segnali di come l’economia digitale viva una prima fase alto-rischio / alta-crescita, rispetto alla quale le aziende mostrano ancora prudenza.

Digitale e Trasformazione Digitale: sono la stessa cosa?

Il sogno di Bill Gates si è ormai avverato. Nel mondo sviluppato, lì dove è presente una scrivania, c’è un computer posto a presidio.

Stando infatti a quanto dichiara Microsoft nel 2018, la quota totale di diffusione di Windows è intorno a un miliardo e mezzo di PC per un totale di oltre 7 miliardi di persone.

Ora che l’hardware è stato dunque installato, siamo sicuri di saper davvero interagire con il software? E soprattutto, oltre che mettere in relazione l’uomo con la macchina per ottenere un determinato risultato, siamo in grado di far collaborare le persone tra loro sfruttando piattaforme e infrastrutture che si basano prevalentemente sul digitale?

In poche parole: siamo in grado di fondare uno sviluppo economico basato su un’infrastruttura digitale? Si tratta di portare la società verso un avanzamento tecnologico il cui presupposto è che tutti conoscano le basi fondamentali del digitale. Perché non è poi così banale. Spesso confondiamo il mezzo con lo scopo.

Digitale e Trasformazione Digitale sono due argomenti separati dello stesso filone evolutivo. Abbattere barriere materiali insormontabili (o complesse da scalare), facendo ricorso a metodi di comunicazione e interazione che non si possono toccare con mano.

Il primo, il Digitale, non è altro che un sistema per creare – sotto forma di codice binario – qualcosa che prima aveva bisogno di un supporto analogico per poter semplicemente esistere. Oggi in formato digitale, esistono monete di scambio (con cui si può effettivamente acquistare), fotografie, sculture, esistono riproduzioni di mondi e universi paralleli al nostro, si scambiano informazioni private e pubbliche, dati sensibili, certificati e disposizioni amministrative.

La Trasformazione Digitale, comprende tutte quelle conseguenze socio-culturali derivate dall’impatto del digitale sul nostro mondo. Nuove professioni, nuove interazioni, nuove economie, nuove esigenze e bisogni sociali.

Un certificato di carta, potrebbe non esistere mai nella vita reale se non all’interno di un database virtuale. Questo pensiero, ancora oggi, metterebbe in crisi enti pubblici, istituzioni, organizzazioni, professionisti. Per dirla semplice, la maggior parte degli attori sociali attualmente impegnati nelle più consuete pratiche governative, commerciali, economiche, culturali e sociali.

O ancora, ottimizzare una specifica produzione in campo agricolo, relegando il lavoro manuale a macchine impostate secondo parametri e calcoli determinati a monte da processi automatizzati di Intelligenza Artificiale. Oggigiorno, quale agricoltore o azienda agricola affiderebbe la conduzione della propria impresa a robot semi-autonomi?

LEGGI ANCHE: Trasformazione digitale e PMI: un fattore culturale

Ecco questa è la sfida che porta avanti Microsoft in Italia. Diffondere quanto più possibile la consapevolezza sul Digitale. Soprattutto su ciò che oggi diamo per assodato nel digitale. Senza dimenticare che l’evoluzione tecnologica è un bullet train in piena corsa e che le buone pratiche sulla trasformazione in atto meritano di essere aggiornate nell’arco di mesi o settimane.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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