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Cos’è BitClout, il crypto social network che quantifica il tuo valore in criptovaluta

Chi avrebbe mai immaginato che il 2021 sarebbe stato così ricco di nuovi social network? Non ci siamo ancora abituati al fenomeno Clubhouse che inizia a montare un grande hype intorno a BitClout, un social network basato su blockchain (e un potenziale unicorno), da alcuni definito come la sintesi di Twitter e Bitcoin.

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BitClout ha guadagnato più di 160 milioni di dollari in una sola settimana e non è del tutto sorprendente, considerando la popolarità delle criptovalute e il clamore mediatico del momento intorno agli NFT.

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Tale successo è anche in parte dovuto ai nomi di chi c’è dietro all’operazione: secondo alcune fonti si tratterebbe di Sequoia Capital e Andreessen Horowitz, TQ Ventures, Coinbase Ventures, Winklevoss Capital, Pantera Capital e molti altri avrebbero già investito in BitClout, anche se gli investitori non hanno ancora confermato il loro coinvolgimento nel progetto, mentre i creatori stanno nascondendo le loro identità per mantenere il progetto decentralizzato nello spirito e nei fatti, secondo quanto dichiarato.

Comunicano infatti tramite un nick anonimo, quello di Diamondhands, anche se, dando credito ad alcuni rumors, dietro l’account si “nasconderebbe” Nader Al-Naji, CEO e founder di Basis, una criptovaluta decentralizzata dal valore stabile.

Cos’è BitClout

L’idea principale della piattaforma è che gli utenti possono acquistare “monete creatore” (token) legate a celebrità, sia globali che locali, e ricevere reddito dalla loro crescente popolarità nel tempo. Il prezzo di ogni moneta sale quando la gente compra e scende quando la gente vende.

Lo scopo del progetto è di permettere a tutti di monetizzare la propria presenza e influenza su Internet. Per esempio, se un utente crede in un promettente musicista emergente, scrittore, artista, blogger, può acquistare gettoni per sostenerlo. Così, le persone che credono nel potenziale di qualcuno possono “comprare la loro moneta” e guadagnare (se) quando la popolarità di quella persona sale.

Come funziona BitClout

BitClout è un social media su una blockchain (come Hive, Steem o Cent). Genera anche “social token” (come Roll o Rally), che rappresentano persone reali e le forniture di questi token sociali sono controllate da market maker automatizzati (come Uniswap o Curve).

Per entrare in gioco e partecipare, gli iscritti devono accaparrarsi la moneta ufficiale, il BitClout, appunto. Questo però significa anche spendere Bitcoin, che è l’unico modo per comprarli. Inoltre, non è possibile riconvertire la moneta della piattaforma e “scambiarla” nuovamente in Bitcoin. Per questo motivo, in molti si sono dimostrati scettici e critici sul funzionamento economico dell’investimento: in pratica, puoi metterci dei soldi ma, almeno al momento, non puoi farli uscire e riprenderli.

BitClout funziona su una blockchain proof-of-work molto simile a quella di Bitcoin, ma progettata per contenere il testo dei post sul social media. Il token BTCLT è usato come “carburante” e probabilmente alla fine sarà usato in un processo di governance che gestisce la tesoreria BTC del progetto.

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I “crypto social network” non sono una novità in termini assoluti, ma l’innovazione chiave con BitClout è che enfatizza il valore del creatore, non il suo contenuto.

L’idea di poter monetizzare la propria creatività è un concetto allettante e potente, ma alcuni intravedono un secondo fine.

Lumi è un ricercatore di blockchain che ha analizzato a fondo BitClout praticamente dal suo lancio e ha dichiarato a CoinDesk: “Le persone sono incentivate a demolire altre persone: tutto quello che devi fare è cercare di maciullare la reputazione di qualcuno e provare a specularci sopra”.

Ha inoltre contestato l’esperienza qualitativa di BitClout. Inviare denaro a un indirizzo crypto per ottenere indietro i token è lo stesso spirito e la stessa sensazione della corsa alle offerte iniziali di monete del 2017. Non gli piace vedere quel tipo di ottica tornare nell’ambiente, grazie agli importanti nomi di alcuni creator coinvolti.

Il richiamo di un pool preesistente, però, che sembra aver già accumulato valore, potrebbe essere allettante.

Per quanto riguarda i creator con account riservati, un certo numero di token è già stato accantonato per loro, per quando sceglieranno di attivarsi. Detto questo, gli utenti non hanno bisogno di aspettare l’attivazione di un account per speculare su tali token, che potrebbe essere parte del motivo per cui molte persone sono così a disagio su questo nuovo progetto.

Un ex dipendente di CoinDesk, che non ha ancora attivato il suo account BitClout, può già vantare due dozzine di account che contengono la sua moneta.

Il profilo di questo reporter (che non è stato attivato e non ha venduto alcun gettone) è indicato come avente un market cap di 12.000 dollari.

Questo si basa sull’idea che 32 gettoni sono stati coniati e messi da parte per il profilo di @BradyDale. Se qualcuno volesse comprarne uno in più, costerebbe circa 400 dollari, quindi il “market cap” presuppone che tutti e 33 possano essere venduti a quel prezzo. (Ogni token che viene venduto aumenta leggermente il prezzo del prossimo token da vendere. Il sito web quindi elenca un market cap come se l’intera fornitura vendesse a quel prezzo).

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Come si entra in BitClout

Un utente non ha bisogno di essere registrato su Twitter per creare un account, ma per attivare un account riservato, la persona deve twittare il suo indirizzo BitClout. Questo aiuta a verificare i legittimi proprietari e aumenta il buzz pubblicitario della piattaforma.

Una volta che un account è stato attivato, il suo proprietario può impostare “una sorta di tassa” sulle emissioni di nuovi token. Così, ogni volta che qualcuno acquista un suo token in modo da aumentare l’offerta totale, una parte di questo va alla persona che il token rappresenta.

Gli account delle celebrità e i diversi player delle criptovalute con account precaricati, si ritroveranno quindi una certa quantità di token messi da parte per loro. L’importo è stato fissato in proporzione ai loro follower su Twitter.

Fino ad ora, è stato necessario un invito da parte di un utente per accedere al sito web, ma presto la situazione dovrebbe cambiare.

I primi problemi legali per la nuova piattaforma

Una grave accusa pubblica è stata rivolta a BitClout da James Prestwich, fondatore di Summa, una società di interoperabilità Blockchain e comunicazione cross-chain.

Il mezzo per questa “denuncia” è stato Twitter e riguarderebbe il fatto che la piattaforma carica le chiavi degli utenti sul suo server ad ogni richiesta API.

In questo modo, tutti dipendenti di BitClout avrebbero la possibilità di rubare tutti i soldi presenti sulla piattaforma accedendo a quel server.

James Prestwich si è quindi scagliato furiosamente, dandogli anche dell’incompetente, su Nader Al-Naji che, secondo alcuni rumors, sarebbe il fondatore della piattaforma, anche se, al momento, il presunto founder si nasconde sotto il nick di DiamondHands.

La cosa non si è naturalmente fermata lì e sono seguiti diversi tweet dai toni sarcastici in cui si paragonava l’operazione al far girare le carte di credito dei clienti in giro per l’ufficio, lasciandole nelle mani di soggetti più o meno ben intenzionati.

Non si tratta però della prima “rivelazione controversa” che ha coinvolto BitClout nelle ultime settimane: alla fine di marzo, è stato reso pubblico che il progetto ha affrontato diverse accuse legali per la vendita dei “social token” senza il permesso degli utenti. 

Uno studio legale americano ha inviato una lettera di cessazione e desistenza ad Al-Naji per conto di un cliente perché le sue informazioni private erano state usate senza consenso. In questa occasione, BitClout è stato definito “immorale” e “palesemente illegale”.

Più recentemente, BitClout ha rimosso l’account del primo ministro di Singapore che ha accusato i creatori del sito di usare il suo nome e la sua foto senza permesso. Il primo ministro Lee ha anche sottolineato con forza di non avere nulla a che fare con la piattaforma BitClout.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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