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Nascono le Collab House degli influencer di Tik Tok: fenomeno passeggero o prossimo trend?

Negli Stati Uniti – tanto per cambiare – sta prendendo piede un trend interessante che varrà la pena monitorare nel corso del 2020. Il protagonista di questo fenomeno è il più chiacchierato dei social network: Tik Tok. Sì, perché visto il crescente interesse – anche commerciale – nei confronti della nuova piattaforma di social creation, i tiktoker stanno iniziando a rendersi conto che, quello che fino a poco tempo fa era un hobby o un modo creativo di giocare con musica e video al fine di stupire i propri amici, oggi ha le potenzialità per diventare un lavoro full time.

E quando parliamo di full time non ci limitiamo più alle otto ore lavorative, ma a una totale sovrapposizione tra la propria vita privata e quella professionale, fino ad arrivare ad organizzarsi con i propri colleghi tiktoker per andare a vivere insieme, in modo da poter creare contenuti in ogni momento del giorno (o della notte). Così, seguendo un po’ le orme dei propri “antenati� youtuber che, a loro tempo, avevano fatto la stessa cosa (vedi Our2ndLife), i nuovi influencer si stanno riunendo nelle prime “Collab Houses�, dando vita a un vero e proprio fenomeno.

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La Hype House

Un esempio di collab house è la Hype House di Los Angeles, in cui convivono 19 tiktoker – o meglio, quattro di loro, per ora, si sono stabiliti lì in modo permanente – dallo scorso dicembre. Tra i tiktoker che abitano la Hype House ci sono  Chase Hudson, Charli D’Amelio e Thomas Petrou: ragazzi con meno di 18 anni e milioni di follower.

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Una mossa molto riuscita, pare, che dà la possibilità ad alcuni tra i più noti volti della piattaforma di sviluppare la propria follower base, ampliando anche quella degli altri. Ognuno porta la propria fetta di pubblico e la propria dose di visibilità, di cui tutti i membri del gruppo possono beneficiare. Va segnalato che l’account ufficiale della casa su Tik Tok ha già più di 4 milioni di follower e i post con l’hashtag #HypeHouse hanno già superato i 100 milioni di visite.

La cosa più importante? Trovare la giusta location. È fondamentale trovare una casa spaziosa e che sia esposta per gran parte della giornata a una giusta quantità di luce naturale. Meglio se lontana da qualsiasi possibile forma di disturbo – dal fan accanito al vicino lamentoso. Non dimentichiamoci che la principale funzione della casa dev’essere diventare set di contenuti che mirano a raccogliere milioni di views, quindi ogni tipo di dettaglio di design, un arredamento dal gusto ricercato e una serie di corner – per usare una parola ben più che inflazionata, ma sempre attuale – instagrammabili diventano manna dal cielo!

Generazione Z: cosa ci dice di loro questo fenomeno

Ma che sembianze ha (o dovrebbe avere) una star di Tik Tok? Dev’essere giovane (un Gen. Z, per capirci), avere energia, personalità e quel qualcosa di bizzarro che gli dà la possibilità di distinguersi dagli altri e, ancora più importante, essere ricordato.

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Questo tipo di fenomeno ci racconta davvero tanto degli utenti che si esprimono attraverso questo social – l’affascinante Generazione Z. Quello che emerge fin da subito è una profonda influenza data dai reality show e una totale noncuranza del valore della propria privacy (almeno all’apparenza).

Sempre di più, notiamo come il confine tra privato e pubblico si faccia più labile fino a diventare quasi inesistente. Da quando esistono gli influencer, hobby e lavoro si sono sovrapposti fino a fondersi e ad assumere la stessa accezione. Questa categoria di lavoratori – più o meno professionisti ma sicuramente privilegiati – monetizza il proprio tempo libero e regala a una serie di voyeur manciate di attimi d’intimità.

Il fenomeno TikTok è solo questo o significa qualcosa di più che intrattenimento per i giovani pronti a esprimere in qualsiasi momento, grazie al mobile, la loro carica di creatività?

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Tik Tok, un gioco da ragazzi

Lo scettro per l’utilizzo attivo del social del momento, Tik Tok, rimane ai Gen Z; tuttavia, si è registrato sempre di più nel corso degli ultimi mesi, un crescente interesse anche da parte dei più “grandi”.

Anche se gli over 30 ne fanno soprattutto un uso passivo, è difficile resistere al fascino dei contenuti totalmente immersivi in cui si viene catapultati fin dal primo accesso. Tik Tok è veloce, dinamico, creativo – e sono queste le caratteristiche che dovrebbero avere tutti contenuti che questo target si aspetta di ritrovare online.

Insomma, non esiste benchmark migliore per i marketer che vogliono parlare a questo pubblico che il tipo di contenuto che loro stessi creano. Loro sono quelli del binge-watching, la generazione delle serie TV su Netflix e delle Instagram Stories: questo è l’intrattenimento a cui sono abituati, dunque – video, veloce, senza più dei veri e propri riferimenti temporali e, assolutamente, breve.

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Tik Tok è una piattaforma interessante anche dal punto di vista tecnologico, poiché attinge ai mondi della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale, mettendo a disposizione dei giovanissimi creator effetti, filtri e sempre più modalità per editare e customizzare i propri contenuti.

Insomma, vale la pena monitorare come questo tipo di fenomeno si svilupperà, cogliendo preziosi spunti su come comunicare e attrarre la Generazione Z, che sarà la prossima vera protagonista del mercato (e dell’Influencer Marketing), a cui tutti vorranno sapere come rivolgersi nel modo più funzionale possibile.

Per ora le Collab House sembrano essere l’espressione più tangibile di quel desiderio di indipendenza che ognuno di noi può aver sperimentato a 16 anni, ma che questi tiktoker sembrano aver realizzato grazie agli strumenti a loro disposizione: uno smartphone e una piattaforma su cui parlare con il mondo.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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